Ci sono territori che riescono ad esprimere un “sentire forte”, che arriva al cuore, partendo dall’espressività di una cultura che sgorga da elementi locali di carattere rurale, paesaggistici e delle tradizioni, nei quali l’uomo è da sempre centro e motore. Terre in cui il turismo fa rima con un turismo slow, non di massa, avvicinando in modo sostenibile l’uomo stesso all’ambiente, alla natura e al grande patrimonio diffuso di storia e cultura, che accoglie! Per comprendere al meglio questi concetti, cosa c’è di meglio che visitare i territori della Bassa Padovana, in quelle “Terre Patavine” – terre padovane cioè – con un itinerario che racchiude i gioielli di quel fazzoletto di pianura che va dai Colli Euganei all’Adige?
E’ di queste zone di cui qui vi scrivo, dopo aver partecipato ad un Press Tour organizzato dal GAL Patavino, nell’ambito del progetto “Dai Colli all’Adige”.
I GAL, per la cronaca, sono dei Gruppi di Azione Locale promossi dall’Unione Europea, con il fine di sviluppare interventi per il miglioramento delle comunità rurali.
L’itinerario, che ha ricompreso la visita alla splendida Villa Widman-Borletti, il “Dominio di Bagnoli”, la scoperta del magico Borgo di Pontemanco, per poi passare alla visita della Chiesa di Cornegliana e della Chiesa Abbaziale di Santo Stefano, ha avuto, quale attore principale, la scoperta della bellezza idilliaca dell’ambiente rurale della bassa padovana.
Visitare la Bassa Padovana:
Itinerario dai Colli Euganei all’Adige,
fra turismo rurale e culturale. Dove si trovano i luoghi visitati
Territori preziosi e poco conosciuti nei quali il paesaggio rurale fa da sfondo a poli di grande interesse culturale come la stessa città di Padova, città murate, castelli, ville venete, antichi monasteri, abbazie e chiese.
Ma ora lasciatevi ispirare, perché vi accompagno a visitarli!
Seguitemi …
Perchè Visitare la Bassa Padovana:
Itinerario Dai Colli Euganei all’Adige,
Turismo Rurale ma non solo!
La zona delle terre patavine di cui vi scrivo, si trovano a Sud di Padova fra i Colli Euganei e l’Adige, nel cuore del Veneto.
Visitare la Bassa Padovana, vuole anche dire scoprire dei luoghi ricchi di fiumi, canali d’irrigazione artificiali e vecchi mulini, terreni fertili strappati con imponenti operazioni di bonifica alle paludi e agli acquitrini di un tempo, che denotano un forte legame con l’identità rurale dei luoghi da parte delle genti che da qui sono passate, ma anche in coloro che a oggi vi abitano.
Terra di acque, la Bassa Padovana, ma anche di splendide ville edificate dalla nobiltà veneziana, che qui portarono avanti le bonifiche, trasformando le paludi malariche in terre fertili, broli, giardini e fondi agrari, introducendo nuove colture e tecniche di coltivazione.
Una terra tutta da esplorare e conoscere, la Bassa padovana, concedendosi del tempo, viaggiando in modo lento. Attraversandola magari in bicicletta, per poter vivere e percepire l’anima dei luoghi, ma anche i suoi profumi e gli scorci di pace che sa donare.
Riappropriarsi del proprio tempo e delle emozioni, è stato uno dei risvolti di questa pandemia. Questa nuova visione del tempo, ci ha permesso di riassaporare la bellezza e l’esperenzialità della prossimità, visitando gli splendidi borghi italiani, ma anche comprendere le grandi opportunità che il turismo rurale può offrire, nell’avvicinarsi alla Natura in modo sostenibile.
Un turismo che non è un “mordi e fuggi”, ma che con la propria presenza “valorizza” e non “consuma” i luoghi.
Visitare la Bassa Padovana, Itinerario
dai Colli Euganei all’Adige:
Villa Widmann Borletti a Bagnoli di Sopra.
Il Dominio di Bagnoli
Intorno all’anno mille, questi terreni appartenevano ai Monaci Benedettini che qui vi fondarono un convento impreziosito da campi coltivati e vitigni, contribuendo al diffondersi di benessere economico nel borgo antico di “Balneoli”.
Fra alterne vicende storiche, l’intero possedimento di oltre 5000 campi del Convento di Santo Spirito, passò allo Stato Pontificio, che a sua volta lo vendette al conte Ludovico Widmann, nel 1656.
Il conte Ludovico trasformò il complesso monastico in una dimora sontuosa ed architettonicamente unica, grazie al progetto realizzato dall’architetto e scultore veneziano Baldassarre Longhena.
La villa ha la struttura tipica “a Barchessa” propria delle ville venete immerse nelle campagne rurali.
Dal punto di vista architettonico, le “Ville a Barchessa” si contraddistinguevano da una parte centrale, la vera e propria villa padronale, accompagnata, nelle ali laterali, da zone adibite alla funzionalità dell’azienda, alle abitazioni dei contadini, a rimesse e scuderie, stalle, fienili, cantine e colombaie, adibite all’allevamento dei volatili.
L’intera struttura, a sua volta, veniva completata da fontane e spesso, da suggestivi giardini all’italiana e dal brolo.
Ritornando però alla storia di Villa Widmann Borletti, di grande bellezza è il Teatro di Verzura, che al tempo ospitò anche le rappresentazioni del commediografo veneziano Carlo Goldoni. Pare che Goldoni, a villa Widmann si trovasse di casa, tanto da dedicare al proprietario la commedia “La Bottega del caffè” oltre a richiamare, in diverse sue successive opere, la bellissima tenuta veneta!
Ma Goldoni non fu il solo ad essere ospitato dai proprietari della Villa, visto che i Widmann avevano trasformato la loro residenza in un frequentato polo culturale, ambito da illustri personaggi dell’epoca.
Il grande giardino all’italiana antistante la villa, fu in seguito arricchito da statue a grandezza naturale, realizzate nel 1742 dal padovano Antonio Bonazza.
Con l’avvento di Napoleone, anche Villa Widamann venne man mano abbandonata e venduta nel 1856 a Pietro d’Arember e da ultimo, dal 1917, alla famiglia di industriali milanesi Borletti, a tutt’oggi proprietari della tenuta.
Oggi Villa Widmann Borletti – Dominio di Bagnoli – restaurata e riportata all’antico splendore, è stata riconosciuta come monumento nazionale ed è una delle ville-monumento più importanti del Veneto, con le proprie scuderie, falegnamerie, cantine, granai, magazzini, corti, una chiesa, un brolo sterminato ed addirittura un’antica Piccionaia.
E’ bello passeggiare nei suoi giardini, riadattati nel 1942 dall’architetto milanese Tommaso Buzzi, scoprendo nelle fattezze delle statue (dovrebbero essere centosessanta! Non le ho contate però), gli elementi mitologici.
Poco più il là, immerso tra alte siepi di carpino ben potate, si apre il Teatro di Verzura, adornato da ventuno statue realizzate in pietra.
In questa ambientazione, in periodo ante covid, venivano allestiti gli spettacoli “Sons et Lumieres”, nel corso dei quali le statue, rievocavano in dialetto veneto i personaggi della commedia di Carlo Goldoni, Spero di potervi assistere la prossima estate!
Procedendo nella visita, si può ammirare l’antico Brolo, il vecchio frutteto del monastero, dove oggi si dipanano a destra e a sinistra di un viale di alti cipressi, le due ali di un immenso (20 ettari!) vigneto e i frutteti.
Nel Brolo non mancano gli antichi impianti di viti autoctone, metodi riportati alla luce per non disperdere l’antica sapienza rurale della Bassa Padovana!
Interessante anche la visita alle corti di Villa Widmann-Borletti, dove potere ammirare le galline di razza autoctona Padovana e Polverara. Personalmente non le conoscevo e sono rimasta incuriosita dalle loro caratteristiche! Immagino che anche i bambini ne sarebbero altrettanto entusiasti!
Tutto questo non può che rammentarci una volta di più la vocazione rurale di questi luoghi!
Il cuore “operativo”, un tempo come oggi, del Dominio di Bagnoli, sono senza dubbio le sue antiche cantine e i locali dei granai, risalenti al ‘600, oggi completamenti restaurati.
Si tratta del cosiddetto Granaio della Madonna delle Messi, che prende il nome dall’affresco dell’omonima Madonna presente ancora sui suoi muri, e del Granaio di Santo Spirito. I due granai possiedono un’estensione di circa 2000 metri quadrati, con pavimento in cotto originale del 1600 e coperture a capriate.
Altrettanto affascinante è visitare i locali dell’antica Cantina seicentesca.
I soffitti con volte a crociera, sono ancora quelli originali, rinforzati da una struttura in ferro progettata al tempo da Gustave Eiffel. Al suo interno conserva ancora intatte le suggestioni ed i profumi delle antiche botti, dei torchi e dei macchinari agricoli di un tempo.
Informazioni per la visita di Villa Widmann-Borletti
Se volete visitare anche voi la grande tenuta, eccovi gli orari di apertura al pubblico
Lun-Ven: 09:00- 12:30 / 15:00- 18:30
Sab-Dom: 09:00- 12:30 / 15:00- 18:30
Lunedì / Domenica chiuso
Contatti
Piazza Guglielmo Marconi, 63, 35023 Bagnoli di Sopra PD – Italy
Tel.: (39) 049 538 0008
Fax: 0495380021
Visitare la Bassa Padovana:
Itinerario dai Colli Euganei all’Adige:
– Il Borgo fluviale degli Antichi Mulini –
Questo viaggio lento procede quindi verso il piccolo Borgo di Pontemanco, una frazione del Comune di Due Carrare, nella Bassa Padovana, terra di acque e dei Carraresi! Due Carrare, per la cronaca e per i curiosi, è il Comune nato nel 1995 dalla fusione di Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano.
Un territorio davvero straordinario, nel quale la natura e gli scorci di paesaggio che s’incontrano, si fondono in un tutt’uno con le testimonianze storiche presenti, consegnandoci il fascino di antiche atmosfere sospese nel tempo e scene rurali!
La Storia del piccolo Borgo di Pontemanco, come quella di Due Carrare, è legata indissolubilmente alla presenza della potente famiglia “Da Carrara”, quei Carraresi divenuti signori di Padova nel XIV secolo, ma anche ad uno dei suoi simboli più rappresentativi: i mulini lungo il canale artificiale Biancolino.
Il Borgo di Pontemanco si sviluppa simmetricamente intorno alle due rive dello splendido canale artificiale, alimentato dal Canale di Battaglia.
Il nome Pontemanco deriverebbe letteralmente dalla “mancanza di un ponte” ad unire le sponde delle due borgate fluviali.
Per chi ama i dettagli e gli approfondimenti, avrà già compreso che proprio la presenza di fiumi, di canali (naturali e artificiali) e di piccoli salti d’acqua, ha rappresentato da sempre una ricchezza per questi territori.
Fiumi e canali come “strade fluviali”, attraverso le quali trasportare merci, truppe, ma anche come fonte di “energia motore”, per i mulini dedicati alla molitura e alla lavorazione dei cereali.
Una “cultura dell’acqua millenaria” che rende questi luoghi ancora più magici! Qui si riesce a percepire e respirare davvero la bellezza ed il valore delle piccole grandi cose!
Il riflesso delle case di Pontemanco sulle acque placide del canale Biancolino, riescono a trasmettere un grande senso di serenità, ma nel contempo anche di vigore ed energia.
Se per un attimo socchiudete gli occhi, potrete immaginare la grande operosità ed il lavoro, intorno a queste antiche ruote idrauliche! E di mulini, qui, intorno al 1539 ne esistevano ben 12. Un’attività di molizione che si è protratta sino al 1971.
Ai nostri giorni, di mulini completi, a Pontemanco ne è sopravvissuto solo uno, che è anche il più antico di tutto il Nord Italia, essendo stato realizzato nel XIV secolo.
La peculiarità di questo antico mulino, restaurato nel 2014, è quello di essere ancora perfettamente funzionante. E’ questo uno dei motivi che ha portato il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a dichiaralo monumento nazionale di particolare interesse.
Ma non è la sola cosa che potrete vedere o fare a Pontemanco!
Alla scoperta dei gioielli del Borgo di Pontemanco:
Cosa vedere e fare nella Bassa Padovana
Ca’ Grimani-Fortini.
Di grande interesse è la villa padronale di Ca’ Pasqualigo-Grimani-Fortini.
La villa fu edificata intorno al 1642 dalla nobile famiglia veneziana dei Pasqualigo, già proprietari dell’adiacente oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata (del 1595), molto importante per gli abitanti di Pontemanco, mancando una chiesa parrocchiale.
Ampliata successivamente dalla nobile famiglia veneziana dei Grimani, divenuti nel frattempo concessionari dello sfruttamento delle acque, la villa Grimani oggi è proprietà della famiglia Fortini.
La bella villa padronale, recentemente restaurata, si presenta all’esterno con finestre ad arco e trifore centrali, mentre gli interni, svelano ambienti pregevoli con alcune pareti affrescate.
Attualmente è abitata dalla famiglia del compositore Carlo De Pirro, morto da qualche anno. Per tale motivo la troverete aperta al pubblico di rado e solo in occasione di eventi particolari.
Fortunatamente, nel corso del Press Tour #DaiColliAllAdige, abbiamo avuto modo di accedevi, grazie alla disponibilità della proprietaria. Anche questa è la filosofia e lo spirito dei luoghi e delle genti che qui vivono!
Oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata
Ovviamente non potevamo mancare di visitare anche gli interni del contiguo Oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata!
L’Oratorio si apre sulla piazzetta del Borgo di Pontemanco, quasi ad accogliere tutti i visitatori che giungono nelle terre rurali della Bassa Padovana!
Architettonicamente semplice all’esterno, al suo interno ospita ambienti riccamente decorati in stile barocco, incorniciati da una fascia a trompe l’oeil. Di notevole pregio sono anche lo splendido soffitto ligneo dipinto, e due busti marmorei della Madonna e di Cristo, posti a fianco dell’altare.
Stupenda questa chiesetta, che meriterebbe, come la villa Grimani-Fortini, restauri ed investimenti ancora più corposi! Spero che ciò si possa concretizzare, anche grazie ad una loro maggiore conoscenza e frequentazione!
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Itinerario dai Colli Euganei all’Adige
– Le vie dell’Arte e della Fede –
Il turismo rurale nella Bassa padovana, a piedi, in bicicletta o con le auto, lambisce le vie d’acqua, le rotte storiche con le ville ed i castelli presenti, ma percorre anche i cammini dell’arte e della fede.
A proposito di Castelli e Musei presenti nella Bassa Padovana, non posso non ricordarvi il bellissimo Museo del Volo allestito presso il Castello di San Pelagio, di cui troverete gli approfondimenti nell’articolo dedicato ai 18 Musei da visitare in Italia.
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Itinerario dai Colli Euganei all’Adige
– La Chiesa di Cornegliana –
Fra le Chiese che meritano assolutamente una visita, c’è la chiesa di Cornegliana, dedicata a San Biagio.
La Chiesa attuale, ammodernata e restaurata nel 2006, sorge su preesistenti edifici religiosi risalenti al XIII secolo e alla fine del XV secolo.
Al suo interno sono custodite quattordici scene in bassorilievo della Via Crucis, scolpite su marmo bianco di Carrara, da Antonio Bonazza.
Nella navata di sinistra è invece “incorporato” il presbiterio della chiesa precedente, risalente al Cinquecento.
Una delle pareti della Cappella è stata affrescata nel 1752 dal pittore Gaspare Diziani, con scene raffiguranti l’Ultima Cena. Presumibilmente ascrivibili alla stessa mano pittorica del Diziani, sono anche gli affreschi presenti sulla volta, con protagonisti i quattro evangelisti.
Da non perdere assolutamente questa visita!
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Itinerario dai Colli Euganei all’Adige
– La Chiesa Abbaziale di Santo Stefano a Due Carrare –
Continuando il nostro itinerario nella Bassa Padovana, proseguiamo verso l’ultima magnifica tappa: la Chiesa Abbaziale di Santo Stefano, nel territorio patavino di Due Carrare.
Il tragitto da fare in auto o in bici è abbastanza breve, circa quattro chilometri.
Le molte testimonianze storiche intorno a questo complesso abbaziale ci dicono che il Monastero Carrarese, sia pure con molti rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli, sia il più antico dell’intera provincia di Padova.
Il complesso abbaziale di Santo Stefano fu edificato intorno al 1027 – su un preesistente edificio religioso risalente al 910 d.C. – per volere di Litolfo da Carrara, “capostipite” della famiglia dei Carrara.
L’Abbazia divenne il “luogo di culto” per eccellenza dei carraresi, oltre che “luogo di sepoltura” per alcuni rappresentanti del nobile casato.
Con il trascorrere dei secoli e a seguito di eventi storici e naturali (subentro della dominazione veneziana ai signori di Padova e i devastanti terremoti), l’Abbazia mutò la propria “fisionomia”, pur rimanendo un punto di riferimento religioso importante per gli abitanti della zona.
Dal XV secolo vari alti prelati e papi, come Paolo II (il veneto Pietro Barbo) o come Ferdinando I de’ Medici, cardinale e Granduca di Toscana, lasciarono qui le tracce inequivocabili della propria presenza, in primis con gli stemmi delle casate.
Ciò che noi oggi possiamo vedere dell’Abbazia, è quel che rimane dalle demolizioni del 1793, imposte da Nicolò Erizzo per creare nuove aree adatte alla coltivazione del granoturco.
I più importanti lavori di restauro nell’ex Abbazia, furono progettate nel 1876 dall’Architetto Camillo Boito e realizzate con il supporto degli architetti Berchet e Rupolo. Per gli interventi di rifacimento/restauro della facciata e delle pavimentazioni interne sono state utilizzate pietre estratte localmente, come la trachite euganea e quella di Monselice, insieme alle bianche rocce marnose, estratte dalle cave di Lessinia.
Imponente ed austera la facciata della chiesa abbaziale, con uno splendido rosone centrale.
Entrando, si viene colpiti dalla struttura mono-absidale. con l’altare maggiore sovrastato dalla pala absidale in mosaico color oro, realizzata dal maestro mosaicista veneziano Giovanni Moro-Lin.
Gli elementi di maggior pregio nella Chiesa abbaziale di Santo Stefano senza dubbio sono:
Il Sarcofago – Mausoleo di Marsilio – Realizzato in marmo, è la raffinata opera attribuita allo scultore Andriolo de Sanctis. Splendido il comparto centrale del mausoleo con la Madonna e il Bambino, realizzati in marmo bianco di Carrara.
La pavimentazione mosaicata con tessere bianche e nere – Nel mosaico sulla destra, a predominare sono simbolismi zoomorfi, fra i quali spiccano quelli dell’aquila contrapposta al corvo. Nel mosaico a sinistra dell’abside invece, prevalgono gli elementi floreali che contornano una croce fogliata.
La terracotta policroma della Pietà – Realizzazione dallo scultore Andrea Briosco, detto “il Riccio;
Il mosaico circolare risalente al 900 d.C. posto davanti all’altare maggiore – Si tratta di un grande mosaico a forma quadrata con un rosone centrale in marmo rosso di Verona, da cui si dipartono verso i lati otto raggi! Agli angoli di questa composizione geometrica, si trovano altri quattro dischi policromi.
Se lo osservate attentamente, le forme dei dischi grandi e piccoli, si intrecciano quasi a formare il segno dell’infinito. La sensazione è quella di trovarsi dinanzi ad uno spettacolare e multicolor tappeto di pietra in movimento!
La fonte battesimale – Realizzata in pietra su commissione di Ferdinando I dei Medici, reca lo stemma della famiglia medicea con sei palle.
Terminata la visita agli interni della Chiesa, fate un giro all’esterno. Potrete ammirare l’imponente architettura dell’abside e della slanciata torre campanaria e ancora, sulla piazzetta, la vecchia canonica.
Vi siete lasciati affascinare dalla bellezza di questo Itinerario nella Bassa Padovana? Visitare le terre comprese fra i Colli Euganei e l’Adige riserva sempre davvero tante sorprese! E Padova, con la sua spettacolare Cappella degli Scrovegni o il Palazzo della Ragione è ad un tiro di schioppo!
I luoghi qui descritti, sono solo una piccolissima parte di ciò che essi sono pronti a svelarvi! Non lasciateveli sfuggire, visitateli in ogni stagione!
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11 comments
una zona vicino a casa mia che non conosco più di tanto. E’ proprio vero che a volte si conoscono meglio i luoghi distanti che quelli sotto casa :( grazie per i consigli, prendo nota!
Ciao Andrea! Allora potevamo vederci per prendere un caffè insieme! Sarà per la prossima volta però!
Su ciò che dici, mi sa che è proprio vero: le cose sotto casa, a volte si conoscono meno di quelli lontani! Felice di averti ispirato!
Mimì
That’s a very inspiring itinerary indeed! Never been there but you’ve made me curious to see these places rich of history and extraordinary architecture. Besides I’d be very happy to meet the lovely hens of the Padovana breed ?.
Thanks Simona
Abito in Friuli Venezia Giulia, eppure questa zona della bassa padovana la conosco davvero poco. Ottimi consigli per una prossima gita fuori porta !
Ciao Maria Grazie! Felice di averti ispirata! La bassa Padovana ha tanti gioielli poco conosciuti ma spettacolari!
Ti ringrazio! La Bassa padovana è una zona davvero bellissima!
L’itinerario che avete fatto è davvero interessante e decisamente ampio. La gallina padovana poi, è adorabile!
E’ stata una splendida esperienza su territori che anche io non conoscevo e che mi hanno piacevolmente sorpresa! La Bassa Padovana mi ha fatto innamorare di le, galline incluse ovviamente!
Grazie per aver dato luce al mio paese Due Carrare. Sono particolarmente affezionata al Borgo di Pontemanco … quando ero piccola i fuochi sull’acqua erano una tappa immancabile. Inoltre non appena ho tempo amo fare delle belle passeggiate proprio lungo gli argini in quella zona che offre splendidi scorci sui Colli Euganei, tanta pace e tranquillità. Ultimamente in queste zone sono nati molti B&B e non è un caso!
Ciao Laura! la Bassa Padovana e la zona di Pontemanco mi hanno conquistata! Non pensavo davvero che in questa zona ci fossero cosí tante cose da vedere e tutte di grande valore! Felice di averle scoperte e di averne potuto scrivere!