Impossibile fare un ritratto del Bel Paese senza parlare dell’importanza turistica ed economica, rivestita dai nostri splendidi Borghi italiani! Luoghi fisici e geografici, ma anche risorsa ed opportunità per le comunità locali, oltre che importante volano per uno sviluppo eco-sostenibile del turismo “di prossimità”, o di quello “esperienziale“! Tante terminologie, per indicare le molteplici sfumature attraverso le quali ci si può approcciare per proporre o per visitare i borghi italiani, mete ideali e imperdibili in ogni stagione dell’anno. Un turismo lento che avvince!
Perché continuare a visitare i borghi italiani?
Se pensiamo agli ultimi due anni dell’era Covid -19, visitare i piccoli e grandi borghi italiani, ha permesso a tutti noi viaggiatori di riappropriarci della bellezza della prossimità.
Ciascuno di noi ha potuto toccare con mano quanto sconosciuti a noi stessi, fossero tanti tesori presenti sui nostri territori!
Un immenso patrimonio fatto di storia, arte, cultura, ambiente, enogastronomia e tradizioni ci si è schiuso davanti, in un contesto dove “essere piccoli è bello”!
Esperienze di vita e di viaggio vissute nel solco della qualità, lontano dallo stress delle grandi città, in piccoli centri della nostra Penisola che vivono il ritmo slow e la vera dimensione umana!
Ma c’è anche un altro importantissimo stimolo che i borghi italiani sanno offrire al mondo intero!
- Sono fucine di idee per testare, sviluppare e valorizzare i territori attraverso, alberghi e i Musei diffusi, laboratori agricoli e di mestieri
- Sono spesso luoghi e borghi abbandonati, riportati a nuova vita da Associazioni attente al recupero della cultura e delle tradizioni locali;
- Sono aree in cui l’autenticità dei territori si coniuga con la vocazione rurale e la sostenibilità ambientale;
- Sono luoghi in cui la storia si può toccare con mano!
- Sono luoghi da cui partire per fare delle splendide escursioni sui sentieri Italiani più belli e panoramici.
Come non ricordare poi, il ruolo delle “Reti di Borghi Italiani” come il Club dei Borghi più Belli d’Italia, la rete dei “Borghi Autentici d’Italia”, o ancor, l’iniziativa del Touring Club Italiano legata al marchio di “Bandiere Arancioni” o quella di “Luoghi del Cuore” del FAI – Fondo Ambiente Italiano?
Parlano tutti e fanno conoscere al mondo i borghi italiani imperdibili da visitare in ogni stagione!
Quali Borghi italiani visitare?
Ecco allora un nostro spunto di viaggio dedicato ai Borghi italiani insoliti e pittoreschi, che come Travel Blogger Italiane vi consigliamo di non perdervi assolutamente! Si tratta di 25 borghi italiani che abbiamo testato direttamente, non una classifica quindi, che racchiude in modo corale i nostri suggerimenti!
Un piccolo contributo alla scoperta ed alla conoscenza di questa nostra Bella Italia, da 21 colleghe Travel Blogger (inclusa me stessa)! Scoprite se fra questi 25 luoghi che vi invitiamo a visitare, c’ è quello che fa al caso vostro! Seguiteci, li troverete inseriti in ordine alfabetico.

Una splendida immagine della piazzetta di Castelrotto in Alto Adige, uno dei Borghi più Belli d’Italia
Di Castelrotto ve ne ho scritto a proposito dei due laghetti di Fiè allo Sciliar
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete nelle Marche imperdibili –
1. Il Borgo di Acqualagna
Ci sono località in cui natura, storia e buona cucina si amalgamano in una storia straordinaria.
È questo il caso di Acqualagna, cittadina marchigiana in provincia di Pesaro e Urbino. Ci sono così tante cose da fare e vedere ad Acqualagna che un solo weekend potrebbe non bastare.
Partiamo con la cucina. Acqualagna è famosa in tutta Italia per un prodotto pregiato: il tartufo.
Pensate che solo ad Acqualagna si possono raccogliere e commercializzare tutti e quattro i tipi di tartufo presenti in Italia: il tartufo nero pregiato di Norcia, il tartufo bianco di Alba o Acqualagna, il tartufo bianchetto e il tartufo nero estivo.
Qui si concentrano i due terzi della produzione nazionale di tartufo con un quantitativo che può variare tra i seicento e i settecento quintali all’anno.
Ecco perché ad Acqualagna sono organizzate durante l’anno ben tre fiere dedicate al tartufo: in autunno, tra ottobre e novembre, una a fine febbraio e una a fine luglio.
Se amate il tartufo, potreste venire ad Acqualagna proprio in occasione di una di queste fiere. Naturalmente, è possibile gustare ottimi piatti a base di tartufo tutto l’anno, in uno dei numerosi ristoranti che si trovano nella cittadina.
Ma Acqualagna non è solo buona cucina. La cittadina si trova vicino alla Gola del Furlo, una vera e propria spaccatura della montagna lungo la Via Flaminia, che collega Roma a Rimini.
Qui scorre il fiume Scandigliano, il cui corso è stato sbarrato da una diga artificiale alta quaranta metri. La diga ha formato un lago bellissimo dalle acque color verde smeraldo, sul quale si affacciano delle bellissime aree verdi.
Molte famiglie amano trascorrere qualche ora di relax e divertimento proprio nelle vicinanze di questo lago artificiale. Tra qui si trova anche il Parco Avventura del Furlo, adattissimo alle famiglie con ragazzi e bambini.
E passiamo alla storia. Il nome Gola del Furlo deriva da “forulum” ovvero piccolo foro.

Borghi italiani imperdibili da visitare: Aqualagna – Iscrizioni e targhe dinanzi alle Gallerie del Furlo
Qui, infatti, i Romani scavarono una galleria per consentire un più agevole passaggio a merci e persone in questa stretto canyon dell’Appennino. Nel I secolo d.C. l’Imperatore Vespasiano fece scavare a mano una galleria lunga circa 40 metri e alta 5 tuttora percorribile. All’ingresso del tunnel si possono leggere le antiche iscrizioni che ricordano l’immane opera.
Ma non basta. Acqualagna ha dato i natali ad Enrico Mattei, il celebre industriale. Nella piazza principale della cittadina è visitabile la sua casa natale dove potrete ammirare oggetti e documenti che ripercorrono la vita privata e pubblica dell’imprenditore.
Purtroppo ad Acqualagna sono legati anche altri ricordi meno piacevoli.
Mussolini era solito percorrere la Via Flaminia nel suo percorso Roma/Predappio, pernottando in un albergo vicino alla Gola del Furlo.
Mussolini fece molto per questa comunità: ad esempio, portò la linea telefonica e promosse la strada Monte-Furlo che conduceva alle cava del Monte Pietralata. In cambio venne scolpito in suo onore su questo stesso monte il suo profilo! Anche se alla fine della guerra il profilo venne bombardato per distruggerlo, se ne vedono ancora delle tracce.
Che ne dite? Basterà un weekend per vedere tutto?
Contributo di Alessandra Cortese del Blog Itinerario Low Cost
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Acqualagna
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Toscana imperdibili –
2. Il Borgo medievale di Anghiari
In provincia di Arezzo, nella Valtiberina Toscana, si trova un borgo medievale italiano di particolare bellezza: Anghiari.
Il territorio di Anghiari è storicamente conosciuto per essere stato il teatro di battaglia tra le truppe fiorentine e quelle milanesi, il 29 giugno 1440. La celebre battaglia venne poi commissionata e riprodotta da Leonardo Da Vinci, in un dipinto all’interno del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Il dipinto purtroppo negli anni è andato perduto.
Il bel borgo medievale di Anghiari fa parte della rete dei Borghi più belli d’Italia, oltre ad essere Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.
Il suo territorio, definito come “scrigno medievale tra il Tevere e l’Arno”, si sviluppa lungo la ripida e caratteristica “ruga”, la via che lo attraversa rendendolo unico.
L’origine del suo nome non è tutt’oggi certa, ma s’ipotizzano due possibilità:
- Dal romano “castrum angolare” per la forma angolare del suo castello;
- Da “ghiaia” per il materiale su cui è stato costruito il paese, un ammasso di ghiaia, appunto.
Passeggiando tra i suoi vicoli lasciamo da parte i ritmi frenetici cui siamo abituati per goderci l’atmosfera e il fascino dei tempi antichi.
Le finestre delle abitazioni sono impreziosite da fiori e piante, che danno un senso di cura e calore alle vie, rendendole ancora più belle.
Sul paese spicca la Torre medievale del Campano che ospita il secondo orologio più antico d’Italia, dopo quello della Torre di Palazzo Vecchio a Firenze.
Inoltre la cittadina vanta diverse ricchezze storiche da visitare, dal Palazzo Pretorio, al Palazzo Taglieschi, quest’ultimo sede del Museo Statale.
Ci sono poi anche Palazzo Marzocco, che ospita il Museo della Battaglia di Anghiari, e il Museo della Misericordia, presso l’edificio di Badia.
Anghiari è un borgo molto vivo, grazie all’organizzazione di molteplici eventi, fiere ed esposizioni, che uniscono arti, tradizioni e gastronomia.
Tra fine aprile e inizio maggio la Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana anima i vicoli, mentre il 29 giugno si tiene il Palio della Vittoria, a celebrazione della Battaglia di Anghiari. A fine ottobre si svolge invece l’Intrepida, la corsa cicloturistica per bici d’epoca.
Artigianato e lavorazione del legno sono tradizioni che si cerca di mantenere, grazie alle botteghe del centro e alla Scuola d’Arte di Anghiari.
Prodotti tipici del luogo sono tartufi e funghi porcini, di cui le montagne e i boschi sono ricchi. Da non perdere assolutamente da assaggiare poi, è un piatto realizzato qui dalle nonne da oltre 100 anni, la torta Mantovana.
Se avete intenzione di partire per una visita della Toscana, consiglio vivamente di includere nel vostro itinerario una tappa ad Anghiari, non ve ne pentirete.
Contributo di Paola Benedet del Blog Family in Fuga
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Anghiari
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Veneto imperdibili
3. Il Borgo medievale di Arquà Petrarca
Arquà Petrarca è un antico borgo medievale in provincia di Padova che fa parte del circuito de “I borghi più belli d’Italia” . Fra le altre cose, questo borgo può vantare di essersi qualificato al 2° posto, nelle fasi di qualifica del 2018 nel concorso “Borgo dei borghi”, della trasmissione Kilimangiaro.
Arquà Petrarca si trova adagiato sulle pendici dei Colli Euganei, tra il monte Monte Piccolo e il Monte Ventolone, a formare quasi un anfiteatro naturale.
Come ricorda infatti il suo nome originario, Arquata montium, significa appunto “Chiostra dei monti”, nei secoli poi volgarizzato in Arquà.
A questo, si è poi aggiunto il nome del sommo poeta Francesco Petrarca, che qui abitò a partire dal marzo del 1370 fino alla morte, avvenuta verso la mezzanotte del 18 luglio 1374 (si narra sulla sua scrivania tra i suoi amati libri). E’ proprio in questo splendido borgo che Petrarca terminò di scrivere il Canzoniere, la sua opera più significativa, dedicata all’amata Laura, in vita ed in morte.
E’ possibile rendere omaggio al Poeta, visitando la casa natale in via Valleselle 4 e l’arca di porfido rosso dove venne sepolto, al centro della Piazza principale di Arquà, di fronte alla Pieve di S. Maria.
Durante la visita al Borgo sarà un piacere perdersi per le ordinate viuzze attorniate da case in pietra rosa dalle quali fanno capolino le fronde di ulivi, viti e giuggioli, il cui frutto qui fa da regina.
Tra la prima e la seconda domenica di Ottobre, infatti, si tiene la “Festa della Giuggiola”, dalla quale si ricava tra l’altro anche il famoso liquore “Brodo di giuggiole”. E da qui che deriva il detto “Andare in brodo di giuggiole!”
Tra le viti secolari più famose, vi è quella che adorna l’ingresso dell’ex Antica Osteria del Guerriero, posta proprio vicino la tomba di Petrarca. Il Comune ha deciso di clonare questa vite per produrre vino e di datarla tramite l’esame al carbonio-14. Da dove partano le sue radici, rimane ancora un mistero!
Tra gli altri edifici storici da visitare, vi è sicuramente l’Oratorio della SS Trinità, dove il Petrarca andava spesso a pregare, e la Loggia dei Vicari.
Da non perdere, inoltre, la fontana del Petrarca, in realtà già preesistente al suo arrivo, che riporta la scritta latina che tradotta recita: “Un nume abita in questa fonte, o straniero. Venera quest’acqua, bevendo la quale il Petrarca poté cantare versi divini”.
Se passate di qua tra Giugno ed Agosto, sarà possibile godere della fioritura della lavanda presso il Lavandeto, mentre per i più piccoli sarà interessante poter vedere la famosa “Spada nella Roccia”, nella parte superiore del Borgo.
Non molto distante da Arquà Petrarca si trova il Laghetto della Costa, oggi riconosciuto quale sito di interesse comunitario e patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO (insieme ad altri siti palafitticoli dell’arco alpino) per la via del ritrovamento di un importante insediamento palafitticolo.
La leggenda narra che qui una volta sorgesse un convento di frati, inghiottito dalle profonde acque solforose del lago, come punizione divina per lo scarso spirito di carità di quei religiosi. Da allora si dice che comunichi direttamente con l’inferno. Altre leggende dicono, invece, che sia collegato al mare e che qui si trovino pesci sia d’acqua dolce che salata.
Non ci resta che concludere il nostro viaggio tra storie e leggende, con una visita agli splendidi Giardini di Valsanzibio, poco distanti, e fare un aperitivo, in una delle numerose cantine dei Colli Euganei.
Contributo di Laura Morello del Blog “Viaggi Fuori Rotta”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Arquà Petrarca
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Toscana imperdibili –
4. Bagno Vignoni
In una delle zone più affascinanti della mia adorata Toscana, si trova la Val d’Orcia, luogo dalla bellezza paesaggistica immensa, fatto da dolci colline adornate da alti cipressi, una delle cartoline italiane che tutto il mondo ci invidia.
È proprio in Val d’Orcia che è possibile ammirare un piccolo gioiellino, il meraviglioso borgo di Bagno Vignoni.
Dove si trova e come arrivare a Bagno Vignoni
Bagno Vignoni si trova nel cuore del Parco della Val D’Orcia, a circa cinquanta chilometri da Siena e a sei da San Quirico d’Orcia. Se soggiornate in questa località, lo potete raggiungere in pochi minuti di auto o con un comodo bus pubblico.
Questo minuscolo borgo è tra le mete più conosciute e apprezzate di tutta la zona, sia per la sua innegabile bellezza ma soprattutto per la presenza delle famose sorgenti termali.
Il cuore di questo luogo è la sua particolarissima Piazza delle Sorgenti. La piazza, di forma rettangolare, è circondata da bei palazzi in pietra a vista e ha proprio al suo centro, una grande vasca di acqua termale.
L’acqua sgorga a una temperatura particolarmente alta, intorno ai 50 gradi.
L’atmosfera di questo luogo è pura magia, soprattutto di sera quando le luci della piazza si riflettono sull’acqua.
Che cosa vedere a Bagno Vignoni
Come abbiamo già detto, l’attrazione principale che rende questo un posto unico, è la bellissima Piazza delle Sorgenti.
Santa Caterina da Siena è stata una grande frequentatrice delle terme di Bagno Vignoni.
Infatti, a questa santa senese sono stati dedicati un loggiato che si affaccia sulla piscina termale, chiamato il Loggiato di Santa Caterina.
Sempre affacciata sulla piazza delle sorgenti, si trova la Chiesa di San Giovanni Battista. La chiesa, ha una facciata molto semplice, all’interno sono conservati un dipinto della scuola senese del XVIII secolo che ritrae Santa Caterina da Siena e un affresco del Cristo risorto.
Nel medioevo le acque di queste sorgenti erano utilizzate anche per alimentare dei mulini.
Nel 1997 è stato istituito il Parco Naturale dei Mulini. Dalla piazza delle Sorgenti, l’acqua è incanalata verso l’area dei mulini, fino a raggiungere una vasca che è situata ai piedi di una bassa collina.
A Bagno Vignoni ci sono anche degli stabilimenti termali a pagamento che si trovano nelle immediate vicinanze del centro.
Dove soggiornare
Per il mio soggiorno ho scelto una deliziosa guest house appena fuori dalle mura di San Quirico d’Orcia, posizione comodissima per spostarmi a visitare le tante attrazioni della zona. Mentre di sera potevo andare comodamente a piedi a cena in una delle tante osterie del centro.
Gustare i prodotti tipici della zona
La Val D’Orcia è famosa per la sua enogastronomia, tanti sono i prodotti locali da degustare, l’ottimo olio d’oliva, i buonissimi vini della zona, i salumi e formaggi come il famoso pecorino di Pienza.
Da non perdere un aperitivo o una cena nella magia di Borgo Vignoni, vi consiglio di provare uno dei gustosi piatti della Bottega di Cacio e non scordatevi di mangiare almeno una volta, i buonissimi pici all’aglione.
Contributo di Cinzia Brusen, del Blog “ Indonesia con Bru”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Bagno Vignoni
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Sicilia imperdibili ed insolite –
5. Borgo Parrini (Partinico)
La Sicilia è una terra ricchissima di attrazioni imperdibili, di città ultra-millenarie, di siti archeologici, di borghi marinari e montani di grande bellezza!
Difficile quindi scegliere, fra i borghi siciliani, quale possa essere definito imperdibile fra l’elegante Taormina, la normanna Cefalù, il borgo medievale di Erice, con i suoi spettacolari panorami, o ancora Palazzolo Acreide – nei dintorni di Siracusa, Acireale e così via.
Quelli appena citati sono solo alcuni dei nomi più in vista, nel novero del turismo internazionale.
Quello invece che qui voglio consigliarvi di visitare è uno dei borghi italiani che sta rinascendo, grazie alla creatività di alcuni suoi abitanti! Vi porto a scoprire e visitare Borgo Parrini, frazione di Partinico, poco distante dall’aeroporto Falcone Borsellino a Palermo!
Pensate che, verso gli anni settanta dello scorso secolo, gli abitanti di questo piccolo Borgo abbandonarono le proprie case per andare in cerca di lavoro verso il nord, o verso l’estero.
Un piccolo Borgo italiano che, nato dai “Parrini”, i Padri Gesuiti del Noviziato di Palermo intorno ai primi del ‘600, stava pian piano scomparendo dalle carte geografiche.
Da alcuni anni a questa parte però, un imprenditore del luogo, Giuseppe Gaglio, insieme agli abitanti rimasti nel borgo, presero la decisione di rilanciare il borgo e rinnovarlo in modo creativo ed artistico.

Piccoli borghi italiani da visitare in Sicilia – Caffetteria di Borgo Parrini all’aperto fra gli alberi
Pietra dopo pietra, mattonella dopo mattonella, ispirandosi alla cultura mediterranea e ai suoi colori, sono stati messi in sicurezza e recuperati alcuni edifici, tinteggiandoli e decorandoli alla con piastrelle colorate, murales e opere d’arte.
Molti vedono in Borgo Parrini una piccola Barcellona in miniatura, altri vi trovano assonanze con gli azulejos portoghesi, altri ancora vi trovano similitudini con i colori della Grecia! Personalmente ci vedo i colori del cielo e del mare siciliano, il giallo e l’arancio degli agrumi e del sole, immersi nell’ocra della terra sicula!
Un’idea a se stante, ispirata al Gaudì, ma che richiama i ricami i ricami dei palazzi palermitani, riprendendoli però attraverso l’arte attuale.
Borgo Parrini è work in progress, perché ogni anno vengono riqualificati e decorati con murales altri edifici. Dallo scorso anno, oltre alla bellezza degli esterni, quattro edifici – museo possono essere visitati al loro interno.
Per visitare gli interni si paga un piccolo ticket, (1 euro a casa visitata), che va a confluire in un fondo per gli interventi di valorizzazione di Borgo Parrini. Ne vale la pena, credetemi.
Bellissimo il murales realizzato da Peppe Vaccaro dedicato a Frida Kahlo e le frasi che troverete dipinte sui muri del Borgo.
Fermatevi in questo Borgo durante il vostro giro in Sicilia, approfittando anche per bere o mangiare qualcosa nel suo piccolo bar colorato sotto un bel pergolato! Lo spirito e l’umore ne trarranno sicuramente dei benefici!
Contributo di Domenica Palamara – Mimì, del Blog “Spunti di Viaggio”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova Borgo Parrini
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Calabria imperdibili –
6. Il Borgo di Bova
Ci sono dei piccoli borghi italiani che, pur avendo ricevuti mille ambiti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, sono ancora poco conosciuti da molti turisti. Soprattutto dai turisti italiani.
E’ questo il caso di Bova, uno splendido Borgo calabrese in provincia di Reggio Calabria, sospeso a 900 metri di altezza, fra l’azzurro del Mar Ionio e il verde del Parco Nazionale d’Aspromonte.
Un piccolo centro Bova, dicevo, che è anche capitale dell’area grecanica calabrese! Un borgo dove ancora oggi, cioè, l’antica lingua grecanica viene orgogliosamente parlata ed utilizzata nella toponomastica, oltre che nelle insegne dei negozi.
L’antica Chòra tu Vùa (Bova in lingua grecanica) è anche uno dei “Borghi più Belli d’Italia”, fa parte dei Borghi Bandiera Arancione del Touring Club Italiano ed è uno dei 21 comuni italiani denominati “Gioielli d’Italia” dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Le prime tracce dell’esistenza di Bova risalgono all’epoca del neolitico.
Narrano le leggende che Bova fu fondata dalla regina greca Oichista, mentre la storia ci indica questo borgo come un importante centro economico e culturale nel periodo della Magna Grecia e successivamente, anche in epoca bizantina, quando divenne anche sede vescovile.
Con i Normanni e poi sotto i Borboni, Bova perse man mano il suo prestigio, divenendo un feudo, spopolandosi.
Ritornando ai nostri giorni, visitare il Borgo di Bova vuol dire scoprire il cuore più vero della Calabria, dove ogni emozione proviene dalle radici culturali e linguistiche, oltre che dalla bellezza infinita, aspra e selvaggia, della natura e dei paesaggi del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Paesaggi e panorami mozzafiato che non dovete assolutamente mancare di vedere!
Passeggiando per le ripide stradine di Bova potrete ammirare gli antichi palazzi nobiliari impreziositi da splendidi portali, come il Palazzo dei Nesci Sant’Agata, risalente al 1822, Palazzo Tuscano o Palazzo del Municipio.
Sul Borgo, svettano i resti di quello che fu il Castello Normanno, dal quale potrete ammirare un panorama superlativo, cercando di scoprire “l’orma della regina” Oichista impressa sulla roccia!

Borghi imperdibili da visitare in Italia – La Croce sulla parte sommitale dei ruderi del Castello a Bova
Quando avrete terminato di ammirare gli splendidi panorami che si perdono da una parte sullo Stretto di Messina, con l’Etna a far da sfondo, e dall’altro lato, i fitti boschi del Parco Nazionale dell’Aspromonte e le vallate disegnate dalle fiumare, gustatevi le vie del piccolo borgo!
Fra le molte cose da vedere e da visitare nel Borgo di Bova non potete perdervi assolutamente una visita alla Cattedrale di S. Maria dell’Isodia.
La splendida Cattedrale è stata edificata dai normanni su una pre-esistente costruzione bizantina. L’interno, che si sviluppa su tre navate, racchiude la Cappella del Sacramento e la stupenda statua rinascimentale della Madonna con Bambino, realizzata nel 1548 dall’artista siciliano Rinaldo Bonanno.
Merita senz’altro una visita il santuario di San Leo, patrono del borgo, le cui reliquie sono custodite all’interno di un‘urna d’argento posta sotto un busto del santo anch’esso in argento.
Sempre dedicata del Santo patrono, la bella statua marmorea realizzata dallo scultore Rinaldo Bonanno, alla cui realizzazione si dice, abbia partecipato anche il padre di Gian Lorenzo Bernini.
Sempre nel Borgo potrete ammirare la Chiesa del Carmine, quella dedicata all’Immacolata e la Chiesa di Santo Spirito.
Legata agli aspetti culturali e religiosi, è la pittoresca processione delle Pupazze che si svolge per le vie del Borgo di Bova nella Domenica delle Palme. Si tratta di figure femminili realizzate con foglie di ulivo intrecciate, che riprendono la tradizioni legata alla cultura pagana delle Persephoni.
La processione delle Pupazze parte dalla chiesa dello Spirito Santo per arrivare sino Chiesa di San Leo. Qui, una volta celebrata la santa Messa delle Palme, le Pupazze vengono portate in piazza e i rametti di ulivo benedetti di cui sono costituite, vengono distribuite ai fedeli.
Fra le molte kermesse culturali che vengono proposte a Bova, potrete assistere al Festival Grecanico (fra giugno e luglio), mentre ad agosto va di scena il Festival Paleariza, con proposte di musica etnica e grecanica
Nel borgo di Bova non mancate poi di visitare il Museo della Lingua Grecanica dedicato a Gerhard Rohlfs, linguista tedesco molto noto da queste parti, il Museo Civico di Paleontologia e Scienze Naturali dell’Aspromonte e il Museo della Civiltà Contadina.
Fra una visita e l’altra, passando per la Piazza principale, potrete vedere la locomotiva a vapore Ansaldo Breda, simbolo del lavoro dei ferrovieri a cui è intitolata questa piazza.
Da non mancare assolutamente poi, l’appuntamento con la gustosa cucina tipica del borgo, basata essenzialmente sulla pasta casereccia (i maccaruni e i tagghiarini su tutti), carni di capra e di pecora, latticini e formaggi prodotti localmente.
Ottima è la Lestopitta! Si tratta di una sorta di “Piadina grecanica” fritta o al forno, davvero molto gustosa e particolare.
Ecco i mille perchè non potete assolutamente perdervi la visita al Borgo di Bova in ogni stagione: vi aspetto!
Ricordandovi che da qui potrete avere modo di visitare mille altri piccoli borghi gioielli dell’area grecanica come Staiti o Locri con ii suo Parco Archeologico, Brancaleone Vetus e la sua marina, la magnificenza del Borgo di Gerace – l’antica Ierax – o Roccella Ionica! Borghi da vivere che vi resteranno nel cuore!
Contributo di Domenica Palamara – Mimì, del Blog “Spunti di Viaggio”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Bova
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Piemonte imperdibili:
7. Il Borgo di Chianale
Percorrere i tornanti dell’Alta Valle Varaita in direzione Colle dell’Agnello, è un po’ come viaggiare nel tempo. Quasi al confine tra Piemonte e Francia, infatti, si trova un villaggio che fa parte dei borghi più belli d’Italia.
Chianale, in provincia di Cuneo, si trova a 1800 metri di altitudine in una posizione strategica che lo protegge dalle insidiose valanghe invernali.
Le imponenti montagne tutt’intorno, gli scorci suggestivi presenti in ogni angolo del borgo e la genuina ospitalità del posto sono gli ingredienti per rivivere l’atmosfera di una volta.
Passeggiare tra le case in pietra coi tetti d’ardesia permette di scoprire autentici capolavori di architettura contadina. Il gioco di aperture tra gli edifici è realizzato in modo tale da resistere alle abbondanti nevicate e sopportare il freddo.
Il torrente Varaita divide in due il borgo di Chianale. Tuttavia un suggestivo ponte in pietra riunisce i due agglomerati.
Da un lato si trova una piazzetta con fontana su cui si affaccia l’antica chiesa di Sant’Antonio. Costruita nel XIV secolo, fu chiesa parrocchiale fino a tutto il XVII secolo. Nella sua semplicità si distingue per il piccolo portico e il grazioso campanile a vela.
Oltrepassato il ponte c’è la chiesa di San Lorenzo, patrono del borgo. Fu costruita tra il XVII e il XVIII secolo. Al suo interno si trova un bell’altare barocco di origine brianzonese appoggiato su quattro colonne di pino cembro finemente intagliate.
La strada principale corre lungo il Chemin Royal, l’antica via del sale utilizzata dai commercianti per recarsi in Francia. Al civico 17 si trova Casa Martinet ovvero ciò che resta dell’antico tempio calvinista.
Per buona parte del XVII secolo Chianale fu l’unico borgo della valle in cui era consentita la libertà di culto.
L’antica chiesa dei Cappuccini e l’adiacente sacrestia ospitano oggi il Museo del Costume e dell’Artigianato tessile. La ricca documentazione degli abiti tradizionali della valle permette d’identificare una precisa area territoriale e culturale e apprezzarne le peculiarità.
Chianale offre molto anche agli sportivi. D’inverno possono cimentarsi con lo sci nordico e, i più temerari, con le famose cascate di ghiaccio.
D’estate gli escursionisti possono scegliere un sentiero o un itinerario naturalistico adatto alle proprie capacità. Si va dal suggestivo percorso delle antiche case contadine alla rilassante camminata nel bosco di pini cembri dell’Alevè, il più esteso dell’arco alpino.
I più dinamici possono divertirsi in mountain bike, a cavallo oppure in canoa e windsurf sul vicino lago di Pontechianale.
A Chianale sono presenti agriturismi e locande tutti da scoprire. Le stanze confortevoli arredate in stile alpino permettono di staccare davvero la spina per immergersi in un’atmosfera d’altri tempi.
I piatti della tradizione sono preparati con materie prime locali. Con le patate, ad esempio, si preparano degli gnocchi dalla forma allungata chiamati raviole della Valle Varaita.
Contributo di Nadia Meriggio del Blog “Diario di Avventure”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Chianale
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Liguria imperdibili:
8. Il Borgo di Dolceacqua
Monet lo visitò e se ne innamorò così tanto da immortalarlo nei suoi dipinti. Vi presento il romantico borgo di Dolceacqua, a undici chilometri da Ventimiglia, nel cuore della Val Nervia, tra l’abbraccio delle tipiche colline dell’entroterra e la carezza del torrente Nervia.
La parte più antica di Dolceacqua viene chiamata “Tera”. Si tratta del centro medievale, arroccato ai piedi del Monte Rebuffao e vegliato dal Castello dei Doria.
L’affascinante maniero, trasuda storia e grande bellezza! Da qui, lasciate vagare lo sguardo rapito sui tetti e sul pittoresco ponte romanico. A forma di schiena d’asino, il celebre “Ponte Vecchio”, risalente al Quattrocento e formato da un solo arco a tutto sesto, è lungo 33 metri.
Tra le sale del Castello dei Doria, vi attende un coinvolgente viaggio nel passato e nella storia del territorio, grazie a mostre, filmati, installazioni multimediali e sale video.
Ma non soltanto: rimarrete incantati dal suggestivo percorso panoramico, arricchito da binocoli. Gli occhi spaziano dalle verdi vigne del Rossese di Dolceacqua, agli uliveti fino al blu del mare e alle Montagne Azzurre, ammantate di neve durante l’inverno.
Dal Ponte Vecchio fino al Castello, il cuore del borgo si svela tra i tipici carruggi medievali. Fra queste tipiche vie si affacciano botteghe di artisti, negozietti di artigianato e di prodotti tipici e cantine.
Degni di essere ammirati sono i pittoreschi portali delle abitazioni, lavorati in nera pietra locale con impressi stemmi di origine napoleonica, allegorici, nobiliari e religiosi.
Uno dei punti più caratteristici di Dolceacqua, è la Piazzetta dell’Armatore, graziosa e raccolta cartolina con la pavimentazione impreziosita dal mosaico dello stemma di casa Grimaldi-Doria.
Se siete appassionati di arte e di storia, non lasciatevi sfuggire l’occasione di visitare le numerose chiese del borgo che custodiscono al loro interno pregevoli affreschi medievali, opere d’arte, quadri e statue.
Nella Chiesa quattrocentesca di Sant’Antonio Abate, in Piazza Mauro, troverete al suo interno il pregevole polittico di Santa Devota, realizzato ad opera di Ludovico Brea nel 1515.
Ma le sorprese non finiscono qui!
Avete mai visto una fontana da cui sgorga vino rosso? A Dolceacqua questo diventa realtà!
In un angolo della Piazza ecco l’eccezionale Fontana del Rossese, a celebrare il famoso vino della zona.
Lo splendido borgo di Dolceacqua è fortemente legato alle tradizioni. Ogni 16 agosto il borgo si anima con la “Festa della Michetta”, tipico dolce locale dalla consistenza morbida del pane e dal sapore autentico.
Non mancano caratteristici ristorantini dove fare una gustosa sosta prima di immergervi ancora e ancora, al cospetto di tanta meraviglia.
Se desiderate scoprire un borgo romantico, dall’atmosfera rilassata e lontana dallo stress della vita di tutti i giorni, la ligure Dolceacqua vi attende per non farsi più dimenticare.
Contributo di Flavia Cantini del Blog “Flavia Cantini Emotional Travel Writer”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Dolceacqua
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Liguria imperdibili:
9. Finalborgo
Uno dei borghi medievali più belli della Liguria e d’Italia: parliamo di Finalborgo, uno dei miei posti del cuore. Perché? Perché Finalborgo è storia, arte, cultura, tradizione, rievocazioni storiche, romanticismo ma è anche sinonimo di sport. Un luogo dove non puoi annoiarti.
Finalborgo si trova in Liguria, in provincia di Savona e con Finalmarina e Finale Pia costituisce Finale Ligure, nota località turistica della riviera delle palme. Un luogo che noi amiamo da sempre e che t’invitiamo a esplorare.
Cultura, arte e storia a Finalborgo
Se sei appassionato di storia e cultura, Finalborgo è la meta che fa per te. Accedi al borgo da una delle due porte che si aprono tra le mura che lo circondano, Porta Testa, su cui troneggia lo stemma rappresentante un leone rampante e un orologio, oppure Porta Reale, che alla fine del Seicento sostituì la medievale Porta Carretta.
Perditi tra le vie acciottolate del borgo, un tempo solcate da prodi e valorosi cavalieri, su cui si affacciano negozi di artigianato, di sport e di pietanze tipiche locali fino alla centrale Piazza Garibaldi, che nel 1956 ha sostituito l’antica piazza delle Erbe, circondata da palazzi e case degni di nota come Palazzo Chiazzari, Casa delle Erbe e Casa Celesia.
Raggiungi Piazza Santa Caterina, osserva Casa Gozo e Palazzo Ricci e visita il Complesso Monumentale di Santa Caterina, che ospita il Museo Archeologico del Finale, la Sala Congressi, la Biblioteca-mediateca civica e l’Oratorio de’ Disciplinati.
Prosegui fino a Piazza del Tribunale, ammira la facciata dell’ex Palazzo del Tribunale, sede amministrativa e giudiziaria dal 1311 al 2013, e visita il suo interno, oggi sede museale oltre che di diverse associazioni territoriali. Poco distante Teatro Aycardi, il teatro ottocentesco più antico della Liguria, visitabile su prenotazione.
Sali poi fino a Castel San Giovanni, che un tempo proteggeva Finalborgo, capitale del Marchesato del Finale, dalle cui terrazze si apprezza un meraviglioso panorama sul paese e sul mare.
Prima di lasciare il borgo, non dimenticare di entrare alla barocca Collegiata di San Biagio, nella cui navata centrale si trova il mausoleo del marchese Andrea Sforza del Carretto.
Rievocazioni storiche a Finalborgo
Finalborgo è conosciuto anche per le rievocazioni storiche che qui hanno luogo. Una di queste, “Dinö da Nüxe”,
si tiene in occasione dell’Epifania a Castel San Giovanni. In agosto non puoi perderti l’evento “Viaggio nel Medioevo”, quando tutto il paese torna ai tempi di dame e cavalieri e i visitatori possono acquistare cibo, bevande e oggetti, solo con la moneta dell’epoca ovvero i “finalini”, accompagnati da musiche e giochi medievali.
Sport a Finalborgo
Finalborgo è considerata la Capitale Mondiale dell’outdoor. Diverse sono infatti le possibilità offerte dal territorio, dalla mountain bike al trekking, dall’arrampicata al trail running. Vallate, montagne e rocce offrono agli sportivi il massimo del divertimento. Pronto alla sfida?
Cosa mangiare a Finalborgo
Diverse sono le trattorie, i bar, i locali e i negozi che propongono piatti tipici locali, dalle trofie al pesto alla focaccia ligure, accompagnati da un buon bicchiere di vino Pigato.
Un borgo che non ti delude, che sa sorprenderti ogni giorno e che t’invitiamo a visitare!
Contributo di Rossella, del Blog “Famiglia Eplora Mondo”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova Finalborgo
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete nel Lazio imperdibili:
10. Il Borgo di Gaeta
Gaeta è una delle più interessanti cittadine della costa laziale, una penisola circondata dal mare trasparente incastonata in territori naturali di rara bellezza.
Tra spiagge di sabbia dorata e passeggiate su falesie a strapiombo sul mare, la città di Gaeta è la meta perfetta per un week end romantico o per una vacanza all’insegna del relax e della cultura.
Vanta due centri storici molto diversi tra loro ma egualmente pittoreschi: il borgo di Elena, detto anche dei pescatori, e Gaeta Medievale, la zona vecchia della città.
Passeggiare nel budello dei pescatori è un esperienza unica, che proietta il visitatore nella vita locale tra panni stesi al sole e profumo di pane caldo appena sfornato.
I vicoletti tipici che si diramano dalla stradina principale, fatta di basoli antichi quanto la storia della città, portano verso il mare e sono la parte più caratteristica del borgo.
Portoncini di legno, facciate colorate, tende che danzano ai venti tiepidi di scirocco, gerani che cercano i raggi del sole, gatti che dormono quieti sulle scalinate di marmo! Tutte scene di vita quotidiana che si imprimono prepotenti nella memoria del viaggiatore.
Percorrendo il budello, tra bar e botteghe tipiche, si arriva al porto delle “paranze”, i pescherecci tipici di questa zona.
Il porto è sempre in fermento soprattutto al tramonto, quando le paranze fanno rientro alla banchina cariche di pescato, scortate da orde di gabbiani in cerca di cibo.
E’ uno dei posti più caratteristici di Gaeta e si presta benissimo come set fotografico.
Da qui infatti si ha anche una splendida vista sul quartiere Medievale, sormontato dal promontorio di Monte Orlando.
Partendo dal porto, è possibile raggiungere il borgo vecchio passeggiando mano nella mano sul bellissimo lungomare, uno dei più panoramici della costa.
Passo dopo passo infatti è possibile ammirare non solo le cittadine che si affacciano sul golfo, i porticcioli e lo skyline della zona medievale, ma capita che nei giorni di aria tersa, faccia capolino il Vesuvio, riconoscibile dalla sua famosa conformazione.
Gaeta Medievale è la zona che racchiude il patrimonio storico, culturale e architettonico della città, famosa soprattutto per le sue “cento chiese”.
Qui si concentrano infatti le chiese più belle e maestose del basso Lazio e gli edifici che hanno fatto la storia del meridione, come il castello Angioino Aragonese.
Baluardo borbonico e poi carcere militare, divenuto famoso in tutta Italia per via dei suoi importanti prigionieri nazisti, Kappler e Reder, svetta fiero e altezzoso sulla parte alta del promontorio su una delle falesie più scenografiche della costa.
Gaeta Medievale è anche la zona della movida serale. Numerosi sono i locali, i bar e i ristoranti in cui passare piacevoli ore dedicate allo svago. Un aperitivo al tramonto con vista mare non ha prezzo.
Che sia estate o inverno Gaeta offre numerose opportunità.
Le sue spiagge (ben sette) sono accessibili in ogni stagione, visto il clima sempre mite che caratterizza la zona. Nel periodo invernale è possibile ammirare le bellissime Luminarie d’artista, una delle manifestazioni natalizie più coinvolgenti della Riviera di Ulisse.
La meta perfetta per un week end romantico o per una vacanza dedicata al relax e alla cultura, non dimenticando la preziosa gastronomia locale che offre piatti e prodotti tipici famosissimi in tutto il mondo, come la tiella e le olive!
Contributo di Annalisa Spinosa del Blog “Tre valigie”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Gaeta
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Valle d’Aosta imperdibili:
11. Il Borgo di Gressoney Saint Jean
Avendo vissuto in questa regione per un anno, ho avuto modo di entrare nel vivo della tradizione locale. In particolare, la valle di Gressoney, meglio conosciuta come valle del Lys, il torrente che l’attraversa, è stata una piacevole scoperta.
Sono due le Gressoney che compongono questa vallata: Gressoney Saint Jean e La Trinitè.
Mi vorrei soffermare sulla prima località, perché è da lì che parte la colonizzazione della popolazione germanica dei Walser. Furono loro a creare la prima comunità autonoma della zona, proprio alle pendici del Monte Rosa, a cavallo fra Valle d’Aosta e Valsesia.
Le testimonianze lasciate si possono ammirare ancora oggi, negli edifici in pietra e legno e nell’artigianato locale.
Non solo Walser a Gressoney Saint Jean, ma anche personaggi illustri che si sono innamorati di questo splendido borgo. Impossibile non citare la Regina Margherita, che per anni trascorse le vacanze estive presso Castel Savoia. Una costruzione in stile neo-medievale, costruita con materiali locali provenienti dalle cave della vallata e con interni di gran lusso e pregio.
D’inverno il paesaggio si congela e sembra di stare in una di quelle palle con la neve.
Percorsi da sci di fondo, piste raggiungibili con i panoramici impianti di risalita e locali che offrono vin brulè e bombardino caldo, rendono il tutto molto suggestivo.
D’estate Gressoney attira turisti per gli innumerevoli sentieri che partono dal paese e che offrono incredibili scorci sul Monte Rosa e sulle vette circostanti.
Personalmente non mi perdevo mai l’occasione di fare un pic nic in riva al lago Gover che, con le sue acque verde smeraldo, creava lo sfondo perfetto per assaggiare la gastronomia locale.
Tra i formaggi d’alpeggio e i salumi locali, la scelta gastronomica è ampia e sa accontentare tutti quanti. La Valle d’Aosta risente le influenze dei territori confinanti.
È così che si ritrovano i sapori della Svizzera, ma anche quelli del Piemonte e delle antiche popolazioni Walser. Fra i formaggi di alpeggio, il più conosciuto è la Toma di Gressoney. Ottima accompagnata da marmellate e miele, ma anche ingrediente principe di fondute e della zuppa gressonara, a base di verze e pane di segale.
Un famoso primo piatto della tradizione locale sono i Chnefflène, piccoli gnocchi a base di latte e farina, talvolta di castagne. Il condimento classico è con cipolle e burro, ma oggi si trovano anche in versioni più ricche con speck, mocetta e fonduta. Se un pasto nella valle di Gressoney inizia con taglieri di lardo e salsicce, non può che concludersi con i liquori della zona: re indiscusso il Genepy.
Contributo di Patrizia Ferlini del Blog “Sapori in Viaggio”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Gressoney Saint Jean
Piccoli Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Veneto insolite:
12. Il Borgo di Malamocco
Malamocco è un minuscolo borgo posto quasi al centro del Lido di Venezia, l’oblunga isola di fronte alla città d’acqua, baciata a est dalla laguna, a ovest dal mar Adriatico.
Che voi siate al Lido di Venezia, per godere di una delle sue meravigliose spiagge, per una biciclettata a bordo laguna, o per un giro turistico alternativo, raggiungete il piccolo villaggio di Malamocco! Sarà un’esperienza unica e autentica!
Breve storia di Malamocco
I paleo-insediamenti veneti, sorti su isolette che costellavano la laguna, crearono quelle premesse culturali ed economiche che permisero la nascita e lo sviluppo di Venezia.
In particolare, il Lido, con il suo centro più importante Metamauco, l’attuale Malamocco, divenne ben presto un fiorente centro di scambi commerciali con la terraferma, grazie alla sua posizione strategica.
Passeggiando tra le calli di Malamocco vi sembrerà di essere immersi in un’inedita Venezia, ma meno turistica.
Troverete il gotico Palazzo Pretorio del XV secolo, che fu sede del Comune, con inserzioni marmoree sulla facciata. Indugerete nei campielli, sotoporteghi e calli, con gli stessi pittoreschi scorci, la stessa laguna luminosa e vibrante. Ma soprattutto, scoprirete un borgo che vive, abitato, e non una triste collezione di b&b, come spesso succede nei luoghi fagocitati dal turismo di massa.
Preparatevi a condividere la bella piazza delle Erbe con stormi di bambini felici, che volteggiano sui monopattini o giocano a nascondino.
Anche qui, come a Venezia, le auto non possono entrare, ma devono parcheggiare all’esterno. Anche se questa limitazione può creare delle difficoltà organizzative, è certamente un vantaggio per la mobilità pedonale.
Nelle calli, panni stesi ad asciugare, fontanelle di acqua potabile, fiori ai balconi e qualche anziano che vi scruta severo dalla porta di casa, raccontano un vivere quotidiano sincero, non mistificato.
Raggiungete il piccolo molo recentemente ristrutturato, grazie ad un importante progetto di recupero e bonifica. Da qui, percorrendo il ponte a dorso d’asino, che era un tempo l’unico accesso, potete raggiungere i murazzi, per un bagno wild in mare o una passeggiata contemplativa.
Potrete sostare, se vorrete, presso le piccole capanne, realizzate dai local proprio sugli scogli, con gli scarti portati dal mare. Una sorta di eco lodge in legno e altri materiali di riciclo.
L’aria salmastra vi ha messo un certo appetito? Torniamo nel centro di Malamocco, per scoprire i due baccari che si sfidano a suon di cicchetti e specialità veneziane.
Pranzo al bacaro sulle tracce di Corto Maltese
Da Scarso, fronte laguna, sotto la pergola d’uva fragola, vi sembrerà forse di essere già stati, se siete lettori di Ugo Pratt, che qui a Malamocco aveva scelto di vivere. In alcune tavole dell’album “L’Angelo della finestra d’Oriente”, viene rappresentata la trattoria, e Corto (alias Ugo), si fa servire sotto la pergola da Gino Scarso. L’osteria è ancora lì, gestita dai figli di Gino, ed è una delle più veraci per gustare la cucina veneziana.
Ma se non avete velleità letterarie, è ottima anche la locanda Al Ponte di Borgo, in calle Merceria. Vi aspettano gustosi cicchetti e spritz da urlo, se sarete lesti da trovare un posto libero tra i vari local.
Contributo di Teresa Scarselli del Blog “DivertiViaggio”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Malamocco
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Liguria imperdibili:
13. Il Borgo di Portovenere
Se siete alla ricerca di borghi pittoreschi e insoliti, Portovenere è il luogo che fa per voi.
Meno blasonato delle vicine 5 Terre ma altrettanto suggestivo e simile come colori, sapori, paesaggi. Qui il romanticismo è garantito passeggiando tra le case colorate affacciate sul mare, gustando un aperitivo vista mare, ammirando il panorama dall’alto della chiesa di San Pietro.
Già la sua posizione è unica, sulla punta del Golfo di La Spezia meglio conosciuto come Golfo dei Poeti, di fronte a tre piccole isole: Palmaria, isola del Tino e Tinetto.
Dal 1997 è inserita, insieme alle 5 Terre, fra i Patrimoni Unesco Italiani.
Il modo più comodo e ovviamente più romantico per raggiungere Portovenere è via mare, vi sono traghetti dalle 5 Terre, Lerici e La Spezia, non è servito invece dai treni ma può anche essere raggiunto in auto.
Arrivando dal mare si sarà subito incantati dai classici colori liguri, tante casette colorate che strette strette, si affacciano nel blu.
La visita inizia poi dal centro storico, perfettamente conservato, che racchiude tanti edifici medievali, alternati a piccole botteghe dove poter assaggiare i piatti classici liguri: la focaccia, il pesto, il pesce fresco.
Come spesso accade in Liguria, non mancano scalinate che conducono nella parte alta del borgo, dove si staglia il famoso Castello Doria. Il castello è visitabile a pagamento e da lassù si ha una vista spettacolare sul golfo.
Altra attrazione veramente suggestiva per la sua posizione, è la chiesa di San Pietro, costruita a picco su una roccia con una terrazza affacciata sul mare, collocata sul Promontorio delle Bocche.
La chiesa è sempre stata un punto di riferimento per i naviganti. Questa è la parte più antica della città e la chiesa è sorta infatti dall’unione di due costruzioni di epoche diverse: la chiesa primitiva risalente al V secolo, in pietra arenaria, e una costruzione più recente, realizzata in marmo e ardesia a strisce, che rispecchia lo stile gotico genovese.
Il luogo è così romantico che spesso viene utilizzata per matrimoni.
Ammirando questa parte del borgo, si comprende come questa perla del Golfo dei Poeti abbia conquistato autori come Vincenzo Montale e Lord Byron. A quest’ultimo è dedicata una grotta, dove si narra che Lord Byron, quale ardito nuotatore, sfidò le onde del mare nuotando da Portovenere a Lerici.
Per gli amanti dei panorami può valer la pena salire a visitare i mulini. Si tratta di resti di antiche torri che venivano utilizzate per gli avvistamenti sul Mar Ligure. Successivamente furono trasformate in mulini a vento per macinare le farine.
In vena di romanticismo bisogna poi trascorrere anche una sera a Portovenere, quando le luci del borgo, i ristorantini, e i vari eventi che si tengono nel centro storico renderanno la serata un sogno a occhi aperti.
Contributo di Arianna Lombardo del Blog “Tropical Spirit”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Portovenere
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Campania imperdibili:
14. Il Borgo di Praiano
Praiano è stata meta di una delle ultime fughe con mio marito, senza figli, e devo dire che mai scelta fu più giusta!
La Costiera Amalfitana intera è sicuramente uno dei luoghi italiani più belli e romantici, ma trovo che Praiano sia uno dei borghi dove più si coglie l’atmosfera romantica.
Piccolo ed arrampicato sulla scogliera del Monte Tre Pizzi, il borgo di Praiano è un’oasi di tranquillità in una zona che può essere in alta stagione molto complicata per traffico e viabilità. La cosa più importante è scegliere un hotel con il parcheggio, dove lasciare l’auto ferma per tutto il soggiorno.
Fatto questo, dal momento che arriverete, potrete godervi qualche giorno romantico in completo relax.
Ci sono diverse possibilità di alloggio, ma quello che vi consiglio per un weekend romantico a due, è scegliere un piccolo hotel boutique affacciato sul mare. Il panorama del mare vi farà compagnia a tutte le ore del giorno e della notte, regalandovi grandi magie soprattutto all’alba ed al tramonto. Entrambi i momenti regalano al panorama un’atmosfera rarefatta e speciale.
A completare il quadro non mancano i ristorantini vista mare, alcuni dei quali sono letteralmente incastonati negli scogli. Cenarci a lume di candela, con il sottofondo delle onde che si infrangono sugli scogli, è stata una delle esperienze più romantiche mai provate. Il cibo è ottimo ovunque e comprende un ricco menu di pesce di giornata, buono e freschissimo.
Durante il giorno potrete godervi la piscina presente in molti degli hotel, o scendere a piedi alla spiaggia di Marina di Praia dove potrete noleggiare un gommone, usufruire dei taxi boat per farvi portare in uno degli incantevoli borghi della costiera.
D’obbligo almeno una visita a Positano, ma ogni località saprà incantarvi. Se disponete di più tempo, una visita in giornata a Capri è un’ottima scelta.
Se invece preferite rimanere a Praiano, oltre a Marina di Praia, ci sono altre due spiagge: la Cala della Gavitella e la spiaggia delle Praie.
La prima, di proprietà di uno stabilimento balneare, è l’unica spiaggia di tutta la Costiera dove batte il sole per tutto il giorno, ma per raggiungerla occorre affrontare una discesa di ben 413 scalini! Da lì si gode di un tramonto spettacolare sulle isole Li Galli e Capri.
A Praiano, è piacevole anche solo passeggiare nei piccoli vicoli impreziositi da piccole installazioni di ceramiche a tema mare e visitare le sue chiese: quella di San Gennaro, con la sua meravigliosa terrazza panoramica, la Chiesa di San Luca Evangelista dal pavimento maiolicato e la Chiesa di Santa Maria a Castro, situata in alto da dove si gode di un bellissimo panorama.
Credetemi, saranno giorni meravigliosi e romantici!
Contributo di Federica Assirelli del Blog ” My Travel Planner”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Praiano
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
Mete in Toscana imperdibili:
15. Il Borgo di Radicofani
Radicofani è un adorabile borgo italiano da visitare, sito ai confini della Val d’Orcia in Toscana.
Nonostante la bellezza e le peculiarità che ne adornano l’abitato, non è una meta molto battuta dai turisti, più attratti da località rinomate come Montalcino, Montepulciano o Pienza.
Eppure questa città è capace di donare una visione autentica su un panorama temporale di oltre 1000 anni.
Le prime testimonianze storiche (973 d.C.) si concentrano sulla fortezza che, severa ed imponente, domina il paesaggio circostante.
Questa fu eretta dai Carolingi, ma servì diversi padroni nel corso dei secoli della sua vita. Fra coloro che vissero e resero lustro alla fortezza, ricordiamo diversi esponenti dello Stato Pontificio e. della famiglia dei Medici. Ma c’è una personalità che spicca sulle altre e mi riferisco a Ghino di Tacco, il cosiddetto Robin Hood della Val d’Orcia.
Un nobile ghibellino dal forte temperamento, che si servì della posizione privilegiata della rocca per compiere diversi furti ai danni, esclusivamente, di viaggiatori facoltosi, permettendo il passaggio incolume invece, agli svantaggiati.
Radicofani però non s’identifica solo con la sua fortezza, infatti ai piedi di quest’ultima sorge un borgo delizioso tutto costruito in pietra scura.
Potrei quasi definirlo la “pecora nera della Toscana”, dal momento che si distacca dall’immagine luminosa e candida che generalmente associamo a questa regione italiana.
Lo spirito intatto del centro, sembra sussurrare, trasportato dal vento, all’orecchio del turista.
L’impianto urbanistico, complesso e non sempre di facile interpretazione, ci invita a perderci per scoprire dietro ogni angolo uno scorcio da togliere il fiato, una piazza nascosta o locande dai sapori autentici.
Tra le meraviglie da non perdere assolutamente, c’è la Chiesa di San Pietro (X-XI secolo), che sorge austera presso la piazza centrale.
Perfettamente integrata con l’abitato, con il quale condivide anche la scelta cromatica (infatti, è edificata in pietra lavica), presenta caratteri romanici, una pianta basilicale a una sola natava ed un patrimonio artistico importante, legato a Santi Benedetto Buglioni e Francesco di Valdambrino.
Anche Piazza della Giudecca, cuore dell’originario quartiere ebraico cittadino di Radicofani, costituisce una tappa immancabile in questo splendido borgo toscano.
Una volta visitate la fortezza, la Pieve di San Pietro e la zona della Giudecca, il mio consiglio è quello di vagare senza meta tra i vicoli del borgo, respirando la purezza dell’aria e lasciandovi avvolgere dall’abbraccio di pietra di questo piccolo comune nel sud della Val d’Orcia.
Non dimenticate di alzare qualche volta il naso, perché le sorprese a Radicofani arrivano anche dall’alto!
Contributo di Chiara del Blog The Space Passenger
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Radicofani in Toscana
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Campania imperdibili –
16. Il Borgo di Sant’Agata de’ Goti
Sant’Agata de’ Goti è uno dei borghi campani più particolari, merito principalmente della sua posizione. Il paese, infatti, è arroccato su uno sperone di tufo nel cuore della Valle Caudina.
Il centro storico poggia su una terrazza di tufo e i due corsi d’acqua che lo attraversano, formano un intreccio di grotte e valloni. Il borgo è noto anche con l’appellativo di “Perla del Sannio”, perché ricorda un pò la forma di un’ostrica.
A Sant’Agata de’ Goti sembra che il tempo si sia fermato! E’ davvero piacevole passeggiare nel centro storico, un dedalo di vicoli e porticati, che ricordano vagamente il centro storico di Bologna.
Pur ricoprendo una superficie di soli 62 Kmq, Sant’Agata de’ Goti è un borgo che ha tanto da offrire al visitatore! E’ terra di vini, tartufi neri e mele annurche, ma ha anche tanti monumenti e siti d’interesse storico da vedere.
Sant’Agata de’ Goti è stata prima una colonia romana e poi gotica. Quella che vediamo oggi è una meravigliosa sintesi di tutte le culture che l’hanno abitata. Inizialmente qui risiedevano i Sanniti e il borgo si chiamava Saticula.
Addentrandosi nel cuore del paese, uno dei primi edifici che s’incontra è la Chiesa dell’Annunziata, caratterizzata da un portale di marmo su cui è istoriata la storia dell’Annunciazione di Annibale Caccavello. All’interno è possibile ammirare affreschi gotici e il Giudizio Universale, risalente al 1400.
La Chiesa di San Menna invece, è la chiesa più antica del borgo ed è molto nota per la sua bellissima pavimentazione a mosaico, una delle più rinomate di tutta la Campania.
Se ti stai chiedendo dove si trova la più bella vista di Sant’Agata de’ Goti, eccoti accontentato! Siamo su Viale Vittorio Emanuele, nei pressi del ponte sul fiume Martorano, e davanti a te si presentano in fila le casette che si affacciano sulla terrazza di tufo. Qui, al tramonto, lo spettacolo che si può ammirare toglie letteralmente il fiato.
Una leggenda narra che Sant’Agata de’ Goti fu teatro di una storia d’amore e una piccola finestra in stile catalano-aragonese ne è la testimonianza.
Questa storia ha per protagonista una giovane artista catalana che si trasferì qui per amore di una donna napoletana. L’artista, per dimostrare il suo amore all’amata, decise di affrescare la loro casa intarsiando la finestra con disegni in stile catalano, per ricordare la sua terra d’origine.
La Finestra Catalana simboleggia l’amore tra le due donne e ha resistito per tutti questi secoli, come bellissima testimonianza della loro storia d’amore.
Contributo di Valeria Polverino del Blog I Viaggi di Vale
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Sant’Agata de’ Goti
Borghi da visitare in Italia in ogni stagione:
Salento imperdibile attraverso 3 Borghi insoliti:
17. Grottaglie, Matino e Presicce.
Quando si parla dei borghi più belli della Puglia si pensa subito a cittadine come Ostuni, Otranto, Locorotondo, Cisternino o Alberobello. Obiettivamente sono dei luoghi superlativi, ma voglio darti delle dritte su tre borghi insoliti in Salento che proprio non ti aspetteresti.
Piccoli centri unici nel loro genere, ognuno con caratteristiche differenti, tre splendide chicche fuori dagli itinerari turistici. Scopriamoli subito, iniziando da Grottaglie
Grottaglie
Grottaglie è una cittadina situata in provincia di Taranto, a valle della Murgia meridionale, a soli 50 km da Brindisi.
È conosciuta anche come “Città delle Ceramiche” proprio per la produzione delle ceramiche. Ospita molti laboratori e botteghe di artigianato proprio nel cuore del suo centro storico.
Ho avuto la possibilità di visitare Grottaglie sia in estate che in inverno, durante le festività, ma nonostante la magia dei decori, di luci e alberi di Natale, per me, raggiunge il culmine della bellezza durante la primavera o l’estate.
La cosa che mi ha colpito di più è il suo centro storico, uno dei più grandi che io abbia mai visto. Un susseguirsi di vicoli ciechi e stradine strette e labirintiche dove si alternano edifici abbandonati e scorci “instagrammabili”. Infatti, sebbene ci siano zone deserte, ci sono anche molte vie curate con piante, fiori, ceramiche e simpatici murales.
Cosa vedere a Grottaglie:
- Il castello episcopio;
- Il quartiere delle ceramiche;
- Il centro storico;
- La street art dei cartoni animati;
- La Chiesa Matrice;
- La Chiesa della Madonna del Carmine.
Matino
Mai mi sarei aspettata che tra i borghi insoliti della Puglia ce ne fosse uno così bello non troppo distante da casa mia. Difatti, spesso diamo per scontato quello che abbiamo vicino. Per fortuna, però, ho scoperto questo gioiellino nascosto nel basso Salento e voglio assolutamente raccontartelo.
Iniziamo subito con il dire che Matino fa parte dei Borghi Autentici d’Italia ed è situato sul colle di Sant’Eleuterio, circondato da coltivazioni di olio e vite.
Il suo è un grazioso centro storico, molto curato. Un saliscendi di stradine con case e corti dalle candide pareti, tipico di molti borghi pugliesi.
Cosa vedere a Matino:
- Centro storico;
- Palazzo Marchesale “Del Tufo”;
- Piazza San Giorgio;
- Museo MACMa (Museo d’Arte Contemporanea);
- Chiesa Matrice di San Giorgio;
- Arco e chiesa della Pietà.
Altre chiese minori: Chiesa del Crocefisso; la Chiesa dell’Addolorata; il Convento dei Domenicani “S.Maria del Soccorso”; la Chiesa del Rosario; la Chiesa della Madonna.
Presicce
Tra i borghi insoliti del Salento, ma anche tra i borghi più belli d’Italia, spicca Presicce, tanto piccolo quanto affascinante.
Una perla salentina dove il tempo sembra fermo, e tra un cartello “vendesi” e l’altro, si snodano stradine e vicoli ciechi, case a corte e frantoi ipogei. Un borgo autentico, tranquillo e silenzioso che vale la pena inserire tra la lista di cose da vedere in Salento.
Cosa vedere a Presicce:
- Centro Storico;
- Chiesa di Sant’Andrea Apostolo;
- Cappella Arditi;
- Palazzo Ducale;
- Casa Turrita;
- Frantoi Ipogei.
Se stai pensando di fare una vacanza in Puglia e vuoi vedere qualcosa che sia fuori dalle classiche rotte turistiche, ti consiglio davvero di valutare questi 3 bellissimi borghi italiani pittoreschi e insoliti!
Contributo di Ilaria Rizzo del Blog “Sognatrice Errante”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trovano i Borghi di Matino, Presicce e Grottaglie
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Piemonte imperdibili –
18. Il Borgo di Santa Maria Maggiore
Avete mai sentito parlare della Valle Vigezzo?
Nota anche come “Valle dei Pittori” per i suoi numerosi artisti, è una delle 7 valli dell’Ossola, quella porzione di Alto Piemonte che si incunea tra il Canton Vallese e il Canton Ticino, ai piedi delle Alpi Lepontine.
Santa Maria Maggiore è il suo borgo più rinomato e vivace, da anni insignito del titolo di Bandiera Arancione.
Al vostro arrivo troverete a salutarvi la statua di un pittore e, proseguendo, sarete accolti nel salotto di “Santa”: Piazza Risorgimento. È la piazza principale del paese, attorno a cui si trovano alcuni degli edifici più antichi e architettonicamente interessanti.
Tra i più colorati e affascinanti c’è sicuramente il Vecchio Municipio, ora adibito a centro culturale, mentre tra i tetti rivestiti di piode spicca la Torre di Casa Simonis, edificio risalente al XIV secolo, visitabile durante le giornate del FAI.
Vale una visita anche la Chiesa di Santa Maria Vergine Assunta, la più antica della Valle Vigezzo. Imponente e austera all’esterno, è riccamente decorata all’interno. Accanto ad essa si trova il Nuovo Municipio che affaccia sul parco di Villa Antonia, incantevole in autunno.
Passeggiando per le sue strade di Santa Maria, incontrerete molti altri scorci suggestivi che potrete fermarvi ad osservare comodamente, seduti ai tavolini dei molti bar del centro.
A Santa Maria si trovano anche alcuni musei insoliti. Il più famoso, ubicato all’interno del parco, è il Museo dello Spazzacamino, figura emblematica dell’emigrazione vigezzina.
C’è poi la Casa del Profumo, dedicata a Paolo Feminis, l’inventore dell’Acqua di Colonia e infine, la Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini”, sede della pinacoteca, dove sono esposte numerose opere di pittori vigezzini, dalla metà del Settecento a tutto il Novecento.
Santa Maria Maggiore ospita anche numerose sagre ed eventi, alcune di respiro internazionale, come il Raduno degli Spazzacamini (a settembre), durante il quale si ritrovano migliaia di spazzacamini provenienti da ogni parte del mondo.
Da non perdere anche i Mercatini di Natale (a dicembre), Fuori di Zucca (a ottobre) e la manifestazione letteraria “Sentieri e Pensieri” (in agosto).
Da qui potrete anche prendere la Vigezzina, meglio nota come Treno del Foliage, la ferrovia che vi condurrà fino a Locarno, in Svizzera, attraversando lussureggianti boschi che tra, ottobre e novembre, si tingono di mille colori.
Prima di lasciare Santa Maria Maggiore, dovete assolutamente provare alcune delle sue prelibatezze!
I miei preferiti sono gli “Stinchett” – lo street food vigezzino -, golose cialde croccanti a base di acqua e farina, che vengono offerti durante gli eventi e le feste.
Per altre soste golose vi suggerisco “La Roba Ducia”, un’ottima pasticceria che propone la tipica Mattonella Vigezzina, oppure la pasticceria Poggini, dove gustarvi una fetta della tradizionale torta Pane e Latte, magari accompagnata da uno zabaione fumante.
Per gli amanti del salato, l’indirizzo da non perdere è “Pane e Focaccia”, dove acquistare i formaggi vigezzini e i meravigliosi salumi. Il crudo Vigezzo e la pancetta nostrana sono un’esperienza da provare!
Se poi vi venisse sete, potrete dissetarvi con le birre artigianali del Birrificio Ossolano (accanto a Poggini), oppure assaggiare un buon bicchiere di Prunent, un rosso avvolgente, espressione ossolana del vitigno nebbiolo.
Insomma, Santa Maria Maggiore è un borgo piccolo, ma ricco di fascino e di cose interessanti da fare e vedere. Sono sicura che saprà incantarvi!
Contributo di Federica Gelo del Blog “Ti Chiamo quando torno”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Santa Maggiore
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Abruzzo imperdibili –
19. Il Borgo di Scanno
La strada si appoggia sinuosa alle aspre montagne svelando ad ogni curva scorci emozionanti che lasciano senza fiato. Si aprono davanti ai nostri occhi profonde gole che ci contorcono come le spire di un serpente, specchi d’acqua cristallini che riprendono sotto i raggi dorati del sole.
Dove stiamo andando? A Scanno, borgo abruzzese tra i più belli d’Italia e, quelle che abbiamo percorso, sono le Gole del Sagittario.
Piccolo, romantico, ricco di tradizioni: tanti aggettivi per descrivere Scanno, luogo perfetto in cui trascorrere momenti rilassanti insieme a chi si ama.
Ma cosa vedere in quest’angolo d’Abruzzo?
Giungendo nella cittadina già il panorama ha offerto i suoi scorci migliori, regalando emozioni a quanti ne percorrevano le strade! E’ proprio lungo questi sentieri che è ubicato l’Eremo di San Domenico, una grotta scavata nella roccia dove, secondo la tradizione, attorno all’anno 1000 dimorò San Domenico, Monaco benedettino proveniente da Sora.
Un piccolo eremo che sorge lungo le sponde dell’azzurro lago di San Domenico, eretto in onore dei miracoli compiuti dal santo nel corso del suo peregrinare. A celebrare le miracolose guarigioni, quattro dipinti opera del pittore villalaghese Alfredo Gentile.
Una volta giunti a Scanno, si è fortemente attratti da quel saliscendi di stradine che s’intrecciano, creando trame affascinanti con angoli sempre nuovi da scoprire. Caratteristiche che hanno valso a Scanno l’appellativo di patria della fotografia mondiale, divenendo meta prediletta per fotografi del calibro di Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli e Gianni Berengo Gardin.
Passo dopo passo si comprende il motivo di tanta fama: balconi che sbocciano di colori ed essenze, il passo lento di chi sa cogliere la bellezza delle cose semplici, dolci appena sfornati il cui profumo vola alto dai forni.
Un peregrinare dolce in cui ammirare la chiesa della Madonna di Costantinopoli, in piazza San Rocco, dove è conservato l’affresco della Madonna con il Bambino ispirato all’arte senese del XV secolo.
Oppure la Fontana del Sarracco, lungo vicolo de Angelis, dove quattro maschere dissetano i passanti. Una curiosità: ogni maschera era dedicata a un ceto sociale e che vi si abbeverava lasciava intendere così il proprio status (nobili uomini, nobildonne, lavoratori, frati, suore e viandanti).
Impossibile non soffermarsi ad ammirare le vetrine delle gioiellerie, dalle quali luccicano i preziosi monili realizzati con la tecnica della filigrana, antica arte in cui i fili d’oro s’intrecciano ad arte, dando vita a sorprendenti creazioni. Tipico monile in filigrana, la Presentosa, un tempo bene dotale delle spose.
Ultima tappa nel borgo di Scanno, via Roma, dove si può ammirare la statua bronzea dedicata alla Donna Scannese, memoria di una tradizione pastorale in cui la donna era custode della famiglia.
Ma una visita a Scanno non può dirsi completa senza aver percorso il celebre sentiero del cuore, un sentiero panoramico che permette di ammirare il lago di Scanno dall’alto.
Giunti al Belvedere di Frattura Nuova, vi lascerà senza parole: di fronte a voi il lago sembrerà assumere la forma di un cuore.
Sarete di fronte a uno dei panorami più belli della zona, dove solo le montagne dividono il cielo dal lago in una cornice che batte d’amore.
Contributo di Ilenia M. Melis del Blog “Orizzonte Cultura”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Scanno
Borghi italiani da visitare in ogni stagione
– Mete in Calabria imperdibili –
20. Il Borgo di Stilo, l’antica “Città del Sole”
Magnificamente adagiato nella spettacolare della Vallata dello Stilaro, in Provincia di Reggio Calabria, Stilo è uno dei Borghi imperdibili da visitare in Italia!
Siamo nel cuore della Calabria più autentica, nel cuore dell’area grecanica calabrese. Si tratta di luoghi cioè, dove ancora potrete sentire parlare la lingua grecanica, un idioma, nato dalla mescolanza della lingua greca antica con i dialetti locali!
Sospeso ai piedi del Monte Consolino, a metà strada fra il verde del Parco Nazionale dell’Aspromonte ed il Blu cobalto del mar Jonio sulla Costa dei Gelsomini, il Borgo di Stilo, inserito fra i Borghi più belli d’Italia, sa catturare tutti i viaggiatori con la sua antica storia e con la possibilità di effettuare dei bellissimi percorsi di trekking.
Stilo è insieme simbolo e cuore della bizantinità calabrese, oltre ad essere la patria di Tommaso Campanella, il filosofo stilese che qui ambientava l’utopica “Città del Sole”.
Di antica origine magno-greca, il primo nucleo del Borgo venne fondato quando Dionigi di Siracusa distrusse la vicina città di Kaulon.
Stilo divenne successivamente uno dei più importanti centri bizantini della Calabria, oltre ad essere il luogo dove i monaci basiliani, rifugiatisi nelle lauree, le grotte poste nei dintorni, perseguivano gli ideali di meditazione e studio.
Ed è di origine bizantina una delle attrazioni più importanti di Stilo, la magnifica chiesa della Cattolica.

I Borghi italiani da visitare: Stilo e la sua Cattolica, in Calabria. Sito nella Tentative List UNESCO
Costruita fra il IX e il X secolo d.C. dai monaci basiliani, la Cattolica divenne il luogo di riferimento culturale e religioso per questi monaci eremiti. Questo piccolo gioiello architettonico giunto quasi intatto sino a i nostri tempi, è una chiesa bizantina a pianta quadrata, a forma di croce greca, con 5 cupolette esterne dotate di aperture monofore e bifore, a rappresentare i quattro evangelisti e il Cristo.
L’interno della piccola chiesa bizantina è suddivisa in tre navate da quattro colonne, provenienti presumibilmente dal vicino sito magno greco dell’antica Kaulon, mentre sulle pareti è possibile ammirare alcuni affreschi restaurati che rappresentano la “dormitio virginis” e il Cristo benedicente sulla volta del tetto.
Se prestate attenzione, vi accorgerete che la Cattolica compare anche sulla filigrana del passaporto italiano!
Ma il Borgo di Stilo non è solo la Cattolica!
Vale la pena fare una passeggiata fra i suoi vicoli e le viuzze del centro storico, per scoprire gli antichi palazzi nobiliari, le splendide fontane artistiche e le altre importanti chiese presenti.
Fra tutte, meritano una visita la Chiesa/convento dei Domenicani, del 1600, il Duomo di Stilo, edificato intorno al 1300, la Chiesa di San Giovanni Therestys fuori le mura e il convento dei Liguorini.
Cosa c’è da vedere nei dintorni del Borgo di Stilo:
- Il santuario rupestre del Monte Stella nel vicino comune di Pazzano,
- Il monastero ortodosso di San Giovanni Theristis,
- L’Ecomuseo delle Ferriere e delle Fonderie di Calabria, entrambi ubicati nel vicino comune di Bivongi.
- Il Museo ed il sito archeologico di Monasterace
- Le spiagge sulla costa ionica di Reggio Calabria
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Stilo in Calabria
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Mete nel Lazio imperdibili
21. Il Borgo di Sutri
La Tuscia laziale ospita numerosi borghi e paesini pittoreschi, tra questi uno dei miei preferiti è Sutri, che non a caso, dal 2019 fa parte dell’Associazione de “I Borghi più Belli d’Italia”.
La tradizione vuole che Sutri sia stata fondata da Saturno, e proprio dal suo nome (che gli etruschi pronunciavano Sutrinas) deriverebbe quello della cittadina.
Nello stemma di questo splendido borgo italiano che vi invito a visitare, è presente proprio il dio Saturno a cavallo, con un fascio di spighe dorate in mano, a simboleggiare la fertilità di queste terre.
Anche se non risalgono proprio a Saturno, di certo le origini di Sutri sono assai remote e probabilmente datano all’età del bronzo. Sicuramente abitata dagli Etruschi, fu al centro degli scontri tra questi ultimi e i Romani. Conquistata da Roma, diventò una delle città più rigogliose dell’Italia centrale
Dei resti dell’insediamento romano non rimangono che le imponenti mura a pianta quadrata che circondano l’attuale centro storico arroccato su uno sperone di tufo. Sul sito dell’antico foro romano, sorge oggi Piazza del Comune che, fin dall’epoca medievale, è stata il centro del borgo.
Sutri è famosa per la donazione (falsa) che il re longobardo Liutprando fece del suo territorio al papa Gregorio II, donazione che diede inizio al potere temporale della Chiesa.
Molte sono poi le leggende che legano Sutri alla Francia. Si racconta che Berta, la sorella di Carlo Magno, diede alla luce in una grotta il figlio Orlando. Carlo Magno, diretto a Roma per essere incoronato imperatore, incontrò qui il nipote che divenne uno dei suoi paladini.
Nel Medioevo, Sutri era una delle tappe principali della via Francigena. Gli storici e gli studiosi ipotizzano la presenza qui dei templari, testimoniata dalla Cappella di Santa Maria del Tempio (oggi utilizzata come centro servizi del parco), appartenuta proprio ai Cavalieri Templari.
Passeggiando per le vie di Sutri non potete mancare una visita alla sua Cattedrale. Dedicata all’Assunta, in stile barocco, ma di fondazione romanica, possiede uno splendido pavimento cosmatesco e una suggestiva cripta.
A seguire, visitate il Parco Archeologico di Sutri, vero gioiello della zona.
Qui è possibile ammirare il celebre Anfiteatro, interamente scavato nella collina tufacea, un unicum nel suo genere per materiali e forma tanto da non aver ancora avuto attribuzione certa. A pianta ellittica, non si sa chi lo realizzò e se venisse usato per spettacoli, giochi o riti.
Rimase sconosciuto fino ai primi dell‘800, quando il marchese Savorelli – proprietario della collina in cui fu ritrovato e della villa sovrastante – iniziò gli scavi di sterro.
Accanto all’anfiteatro si estende la Necropoli, formata da 64 tombe ricavate nella parete tufacea. Qui nel periodo natalizio è ambientato uno splendido presepe vivente.
Ultima perla da visitare è S. Maria del Parto, un piccola chiesa rupestre scavata nel tufo, sorta su un Mitreo a sua volta ricavato da una tomba etrusca, che ancora conserva affreschi con immagini riferite al culto della Vergine e di San Michele Arcangelo.
Contributo di Marina Fiorenti, del Blog “ The Travelling Pet Sitter”
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Dove si trova il Borgo di Sutri
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Mete in Liguria imperdibili
22. Il Borgo di Tellaro
Che sia una bella giornata estiva o un freddo giorno d’inverno, visitare il borgo di Tellaro è sempre una buona idea.
Romantico borgo della parte est del Golfo dei Poeti, conquista tutti al primo sguardo!
Cantato da poeti e letterati di ogni età, ha un fascino unico dato dalla sua felice collocazione a picco sul mare, dalle case dipinte in toni pastello, dai suoi affacci, belli da togliere il fiato.
Tellaro ha una lunga storia e, tante vicissitudini del passato, contribuiscono ad accrescerne la fama. Su tutte quella del “Polpo Campanaro”.
Narra una leggenda che all’arrivo dei Saraceni un polpo si arrampicò sulla scogliera e, a gran velocità, conquistò la cima del campanile della chiesa di San Giorgio per svegliare tutti gli abitanti con il suono delle campane. Una buona intuizione che salvò il paese dall’attacco dei nemici, consegnando alla fama imperitura questo piccolo gioiello che guarda le isole del golfo.
Tellaro gode infatti di una speciale collocazione. Poco protetta dagli arrivi da mare, forse, ma perfetta per chi ama la fotografia ed i panorami romantici.
Un riferimento a questa storiella ed un omaggio al simbolo del borgo – per l’appunto il polpo – è una recente installazione che troneggia oggi lungo la scogliera. Un omaggio in chiave moderna ad abitanti e visitatori.
A Tellaro si può passeggiare nel suo sali scendi di stretti vicoli, si può attendere l’ora del tramonto, gustare ottimi piatti di pesce o sfiziosi aperitivi!
E’ un borgo adatto ai camminatori ma anche ai più pigri. Dal borgo si diramano sentieri molto interessanti che portano a scoprire antichi insediamenti del territorio. Per chi ha meno voglia di far fatica, una semplice passeggiata tra le case colorate sarà sufficiente a riempire la mente di bellissime immagini.
Che sia la fuga romantica di un solo giorno o la felice meta di un fine settimana, la visita a questo borgo dello spezzino è una perfetta idea da regalare o regalarsi!
Contributo di Serena Borghesi del Blog “Viaggi nel Tempo”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Tellaro
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Mete in Veneto imperdibili
23. Il Borgo di Valeggio sul Mincio
Valeggio sul Mincio è un piccolo comune del Veneto, al confine con la Lombardia, a pochi chilometri a sud del Lago di Garda.
Si tratta di una meta che unisce storia, bellezze naturali e sapori tradizionali.
Sulla collina svettano i resti dell’antico Castello Scaligero, di origine medievale. Poco lontano dal centro si trova il Parco Giardino Sigurtà, un grande giardino che racchiude prati e boschi, dove perdersi tra alberi secolari, panorami speciali e una vegetazione rigogliosa.
In questi luoghi i tortellini fatti in casa sono un’istituzione: il famoso “Nodo d’amore” viene realizzato a mano secondo un’antica ricetta che prevede una sfoglia sottile e un ripieno a base di carne mista. Un’antica tradizione che porta con sé la leggenda di una storia d’amore che risale al Trecento ed ha come protagonisti la ninfa Silvia e il capitano Malco.
Ma la perla di Valeggio sul Mincio è sicuramente Borghetto, la sua piccola e graziosa frazione, che si affaccia sulle acque del fiume Mincio ed è considerato uno tra i Borghi più belli d’Italia.
Nato in epoca medievale in una posizione strategica, in corrispondenza di un importante guado sul fiume Mincio, ora è un luogo tranquillo in cui si respira un’atmosfera magica e suggestiva.
I piccoli mulini che compongono la zona centrale si trovano proprio sul fiume, con l’acqua che scorre tra gli edifici e il Ponte Visconteo, che si erge imponente sullo sfondo.
Costruito nel 1393, è chiamato anche Pontelungo, con i suoi 650 metri in estensione. Il ponte è il luogo migliore per ammirare Borghetto in tutta la sua bellezza, con una vista frontale sul borgo. Un bel panorama di giorno, ma spettacolare di sera, quando i mulini sono avvolti da luci soffuse e il luogo diventa ancora più suggestivo.
Oltre ad ammirare il panorama e a passeggiare per le viuzze, un’esperienza imperdibile da fare a Borghetto è quella di dormire in un ex mulino, per immergersi appieno nell’essenza di questo borgo.
Gli antichi mulini ad acqua di Borghetto sono originari del Quattrocento, quando erano utilizzati per la molitura del grano.
Oggi si conservano ancora in buono stato e sono stati trasformati in dimore di charme: 12 appartamenti ricavati nelle vecchie costruzioni dei 6 mulini. Piccole unità abitative al piano terra o al primo piano, alcune con un terrazzo o giardino privato che si protendono verso le acque del fiume Mincio.
Tutto è avvolto dal rumore dello scorrere dell’acqua, che rilassa e culla dolcemente.
Contributo di Daniela, del Blog “Noi con le Valigie”
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Dove si trova il Borgo di Valeggio sul Mincio
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24. Il Borgo di Varenna
Situato a 20 minuti da Lecco, disteso sulla sponda orientale del Lago di Como, l’antichissimo borgo di pescatori di Varenna è una delle più suggestive e affascinanti mete turistiche del Lario, apprezzata non solo per le sue bellezze naturalistiche ma anche per i numerosi siti di interesse storico e artistico.
Se decidi di raggiungere Varenna in auto, puoi posteggiare comodamente presso il parcheggio situato vicino Villa Monastero, a pochi passi dal centro storico. Prendendo il traghetto che parte da Bellagio, invece, potrai goderti un breve ma incantevole viaggio attraverso il lago di Como fino al piccolo porto.
Pochi passi ed ecco il grazioso lungolago con il suo belvedere, i bar con i tavolini all’aperto e i numerosi turisti incantati dal panorama.
Da qui si apre la “Passeggiata degli Innamorati”, un breve percorso sospeso sulle acque del lago che, all’ombra di verdeggianti piante rampicanti, ti condurrà al caratteristico centro storico. La bellezza degli scorci che è possibile ammirare lungo questa passerella, rende ragione del suo nome e anticipa l’atmosfera intima e romantica che caratterizza Varenna.
Risalendo le scalinate, strette tra le mura di antiche case dove piante fiorite si protendono a conquistare angoli assolati, potrai sbirciare tra le vetrine dei negozi tipici, delle invitanti trattorie, dei bistrot e delle gelaterie artigianali, luoghi perfetti per una sosta golosa o un pranzo alla scoperta dei piatti tipici di questa zona.
Passeggiando tra una viuzza e l’altra arriverai su Piazza San Giorgio, dove sorge la Chiesa di San Giovanni Battista, una delle principali cose da vedere a Varenna.
Sul lato opposto sorge la Chiesa di San Giorgio a cui la piazza deve il suo nome. Consacrata nel 1313, fonde nella sua architettura lo stile barocco e l’eleganza neoclassica.
Questo piccolo borgo italiano, abitato da poco più di 700 residenti, è anche sede di due apprezzati e importanti giardini botanici.
Il primo sorge all’interno di Villa Monastero, complesso museale di proprietà della Provincia di Lecco, che si estende per circa due km da Varenna alla frazione Fiumelatte.
Villa Cipressi è invece un elegante hotel 4 stelle che mette a disposizione dei visitatori il suo vasto giardino, un vero e proprio regno della biodiversità, dove l’Agave americana cresce accanto alla Camelia japonica e le cactacee sudamericane si lasciano conquistare dal profumo dell’Elicriso italiano.
Ma Varenna è soprattutto l’azzurro del suo cielo e delle sue acque! Se ami il contatto con la natura, puoi raggiungere una delle spiaggette e fare il bagno nel lago, oppure, esplorare i 6 km della Greenway dei Patriarchi.
Si tratta di una passeggiata di circa due ore, adatta anche ai non esperti, alla scoperta dei panorami, delle persone e dei sentieri che collegano Varenna ad alcune delle sue più belle frazioni. Scarpe da trekking e abiti comodi sono d’obbligo!
Tra le cose da vedere a Varenna non può mancare il Castello di Vezio, espressione della potenza militare della regina longobarda Teodolinda.
Forse realizzato in epoca romana, sarebbe stato profondamente rimaneggiato intorno al XII secolo per fornire protezione agli abitanti del borgo, insidiati da numerosi nemici. Visitabile da marzo a novembre, mostra con orgoglio la sua torre merlata, il ponte levatoio e le mura fortificate, vegliando ancora oggi sulla luminosa bellezza di Varenna.
Contributo di Monica Bruni, del Blog “In Viaggio con Monica”
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25. Il Borgo di Venzone
Tra tutti i borghi italiani che ho visitato, mi ha particolarmente colpito un piccolo borgo friulano di soli 2300 abitanti, il borgo di Venzone.
Questo borgo è stato nominato dalla comunità europea come il paese ideale italiano dove vivere e, devo dire, che concordo appieno con questa affermazione.
Venzone ha avuto un passato difficile, dovuto al terremoto del 1976 che distrusse in gran parte il borgo. Questo borgo, però, è riuscito a rinascere e l’ha fatto grazie ad un processo di ricostruzione che ha permesso il mantenimento del suo originario aspetto medievale.
Venzone, è infatti, l’unico borgo con una doppia cinta muraria del Friuli Venezia Giulia.
Lo splendido Borgo si visita a piedi, quindi posteggiate l’auto nel cuore del suo centro storico, dove si erge il duomo di Sant’Andrea.
Il duomo è in stile romanico con pianta a croce latina, costruito con pietra bianca locale, e al suo interno conserva affreschi del XIV secolo. Pensate che durante i lavori di ampliamento che lo hanno interessato nel 1647, vennero rinvenuti dei corpi mummificati.
Tra le varie mummie ritrovate, la prima fu quella del gobbo, chiamata così proprio per la sua particolare caratteristica fisica. Attualmente è possibile osservare 5 corpi mummificati nella Cripta della Cappella cimiteriale di San Michele, situata nel Sagrato del Duomo di S. Andrea apostolo.
Per accedervi occorre acquistare un gettone presso i bar o gli esercenti convenzionati. La cripta è aperto tutto l’anno con orario estivo 09.00-19.00 e orario invernale 09.00-17.00.
Poco più avanti, si trova Piazza Municipio, sede per l’appunto degli uffici comunali. Deliziosa la vista che si ha sul borgo, salendo le scale che portano all’entrata del comune.
Accanto al municipio si trova il Palazzo nobiliare Orgnani Martina.
All’interno del palazzo si trovano due mostre permanenti aperte durante i venerdì ed i week end con i seguenti orari: venerdì 15.00-19.00, sabato, domenica e festivi 9.00-13.00 e 15.00-19.00.
Una delle due mostre è incentrata sul terremoto e sulla successiva fase di ricostruzione del borgo. La seconda mostra invece è dedicata al territorio e al Parco Naturale delle Prealpi Giulie.
Nei dintorni di Venzone si trovano infatti molti sentieri naturalistici, perfetti per gli amanti del trekking e della mountain bike.
La zona più famosa e frequentata è quella di Borgo San Giacomo, dove si trova il laghetto del Pelas.
Vi consiglio di passeggiare tra le viuzze di Venzone lasciandovi guidare dal vostro istinto, ammirando i palazzi, i negozi, l’architettura e l’atmosfera che si respira percorrendo i vicoli di questo piccolo borgo.
Sicuramente sarete attratti dal profumo di lavanda che proviene dai negozietti che vendono questa pianta. Ad Agosto il paese si anima proprio grazie alla festa dedicata alla lavanda.
Ad ottobre invece viene organizzata la festa della zucca, durante la quale Venzone ritorna al 1300, con dame, cavalieri e danze medievali.
Contributo di Silvia Campana del Blog “Itinerario di Viaggio”
Borghi Italiani imperdibili da visitare
Dove si trova il Borgo di Venzone
E per concludere …
Vi siete lasciati affascinare dalla bellezza di qualcuno fra questi 25 borghi italiani di cui sopra avete potuto leggere? Insoliti o straconosciuti, in riva al mare, ad un lago o ancora, vicini ad un fiume, incastonati sulle montagne o adagiati su splendide colline verdeggianti, ciascuno di questi piccoli gioielli è un invito alla scoperta dell’autenticità dei nostri Territori!
Ringrazio le 20 colleghe travelblogger che, con la propria partecipazione a questo progetto, sono la testimonianza più viva e diretta di quanta bellezza e cultura vi sia nella nostra bella Italia!
I Borghi imperdibili da visitare in Italia sono davvero tantissimi e noi avremmo voluto scrivere di tutti, ma ohimè, lo spazio è sempre limitato!
Perché non ci raccontate del vostro Borgo qui sotto fra i commenti? Vi aspettiamo …
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16 comments
Quante idee! Felice di aver contribuito e salverò questo post per prendere spunto dai consigli delle altre blogger per i miei prossimi weekend fuori. Grazie Mimì!
Grazie mille a te Monica! Felice davvero di averti ospitata sul blog
sono tutti bellissimi! grazie per aver inserito Malamocco, il più delle volte non viene considerata ma invece è davvero suggestiva!
Un vero gioiello invece! Grazie a te
Momento di vergogna: di tutti gli stupendi borghi nominati nell’articolo, ne ho visitati solo 2, ovvero Stilo e Grottaglie. Tante bellissime ispirazioni per prossimi viaggi, complimenti a tutte, davvero!
Grazie mille Anna! E felice che io e le altre colleghe ti abbiano ispirato con qualche meta italiana!
Quando si parla di borghi, sapevo che non sarebbero mancati quelli incantevoli vicino a a casa mia, che sono Tellaro e Portovenere.
Il Golfo dei Poeti è meraviglioso, tutti i paesi che si affacciano su esso sono da visitare almeno una volta.
Bellissimo questo articolo, mi sono già segnata qualche borgo che non sono ancora riuscita a visiatare!
Che bello ció che scrivi! La nostra bella Italia é davvero unica e meravigliosa!
Partinico e Malamocco mi hanno letteralmente rapita! Non li conoscevo come non conosco altri borghi che qui sono menzionati. Che articolo mastodontico e interessante, un articolo che racconta la bellezza della nostra Italia da nord a sud, un sogno <3
Grazie mille di cuore Eliana! Articolo ungo ma vedo che ispira!
La nostra bella Italia sa davvero ispirare
Ammetto con un po’ di vergogna, che ne ho visitati davvero pochi di questi borghi! Alcuni non li conoscevo e sono stati una vera scoperta. Comunque condivido appieno la tua filosofia sul ritorno ai piccoli borghi italiani, che meritano di essere sostenuti ed apprezzati!
La pandemia ci ha insegnato anche questo, fra tante cose brutte che ha fatto! Ritrovare la Natura e la dimensione umana!
Una carrellata di borghi veramente belli ed interessanti! Hai proprio ragione, l’Italia ha un patrimonio di borghi incredibilmente ricco! Ci vorrebbero più vite per vederli tutti…
Non avendo un’altra vita, visitiamone il piú possibile allora. I borghi italiani sanno sempre come stupire
Sono stata felice di aver partecipato a questo post collettivo. Io per prima amo i borghi e sono sempre alla ricerca di nuove idee… e qui ne ho trovate davvero tante! Grazie
Grazie mille a te Alessandra e alla prossima!